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Cagliari, Andreolli: "Non voglio più parlare di Inter, convinto dal progetto di Giulini"

Il difensore vuole guardare avanti, dopo che in nerazzurro forse non ha mai avuto abbastanza fiducia

Cagliari, Andreolli: "Non voglio più parlare di Inter, convinto dal progetto di Giulini"
Marco Andreolli, fcinter1908.it
franas
Di Francesco Nasato

Marco Andreolli è pronto a ripartire, per l'ennesima volta. Il centrale di difesa sembrava avere trovato la propria dimensione a Siviglia nel 2015, ma poi il tendine d'Achille ha fatto crack e anche l'esperienza spagnola si è conclusa in maniera amara. Così come quella all'Inter, dove nonostante tanti anni di permanenza forse non gli è mai stata data la fiducia e la continuità necessaria per rendere al meglio. Poco importa, ora la testa la Cagliari.

Lo conferma anche lo stesso Andreolli dal ritiro della squadra di Rastelli: "Siviglia? Un peccato, stavo giocando belle partite anche in Champions, era la prima esperienza all'estero: i primi tre mesi sono stati molto belli. Poi è arrivato l'infortunio. Lasciare prima l'Inter? Non ne voglio più parlare, è andata così. Le ultime partite dello scorso campionato sono state molto importanti per me, sono sceso con regolarità in campo e questo mi ha aiutato a capire che ho recuperato al 100% e che sto bene. Non ho giocato per quasi tutto l'anno a causa del grave infortunio patito a Siviglia. Auguro il meglio ai miei ex compagni e credo che possano fare una bella stagione. Scudetto? La Juventus rimane la favorita".

Il Cagliari lo ha convinto soprattutto per un motivo: "Sono qui perché mi ha convinto il progetto. Inizia un nuovo capitolo e al passato non voglio più pensarci: voglio rimettermi in gioco. Ho avuto diversi infortuni che hanno condizionato la mia carriera ed è difficile trovare una spiegazione. Ma non deve essere una scusa e tranquillizzo tutti: quando ci sarà da fare seriamente sarò pronto. Poi spetterà a Rastelli prendere le decisioni. Con l'allenatore ho parlato al telefono prima di scegliere, anche lui mi ha voluto fortemente: questo è un atro dei motivi che mi ha convinto a dire di sì. Zenit? Sono contento della scelta che ho fatto. Non mi piace molto parlare di me. Mi piace giocare la palla, sono un giocatore fisico e baso molto sul senso della posizione e sulla concentrazione. Se picchio? Quando c'è da farlo sì... Difesa a tre o a quattro, a destra o a sinistra, non cambia molto: l'importante è giocare. Fuori dal campo non sono uno a cui piace parlare tanto. Con i compagni, invece, so quando è il momento di scherzare e quando arriva il momento di fare sul serio. Ho giocato in un grande club, la mia speranza è quella di portare esperienza e un certo tipo di mentalità".

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About the author
Francesco Nasato
24 anni, giornalista pubblicista, allievo della scuola di giornalismo dell'Universitá IULM, laureato alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei Media. Editor di Vavel Italia, scrivo di calcio e Milan sul web e la carta stampata da quando ho 18 anni