Josip Ilicic sarà un nuovo giocatore dell’Atalanta. Stavolta non sono previste possibilità di ripensamento, dopo il primo repentino cambio di idea del giocatore, che ha scelto Bergamo invece della Sampdoria, sia per una questione economica che di prospettive europee. D’altro canto, in questo momento, è innegabile che l’appeal degli orobici, con un’Europa League da disputare ed una stagione da favola alle spalle, sia ben maggiore rispetto a tante altre realtà. Un affare da 5.5 milioni complessivi per il cartellino, 1.4 annui al giocatore: un investimento pesante per gli standard di Percassi e della dirigenza, soprattutto sotto il profilo dell’ingaggio netto.
L’acquisto, più o meno un fulmine a ciel sereno, visto che tutto lasciava pensare ad un futuro in blucerchiato per l’ex Palermo, oltre ad essere oneroso, ha anche un peso importante dal punto di vista tecnico. Ilicic è un giocatore dotato di fondamentali sopra la media, lo ha dimostrato nei suoi anni alla Fiorentina. Il suo sinistro ha creato grattacapi a tante difese, il bottino di 37 gol e 19 assist in 138 presenze sulle rive dell’Arno – sempre da sparring partner, mai da protagonista principale – racconta meglio di tante parole l’apporto che lo sloveno può portare alla compagine di Gasperini.
Tatticamente l’inserimento del giocatore negli schemi nerazzurri sembra piuttosto facile: insieme al Papu Gomez alle spalle di Andrea Petagna, attaccante specialista nell’aprire gli spazi. Ovviamente nell’ottica di dover reggere tre competizioni in una stagione, avere reparti profondi e con tanti elementi di qualità è un requisito che non può mancare; per questo non poteva bastare Cornelius per rinforzare l’attacco, ma serviva anche maggior qualità, quella che Ilicic sa garantire. Lui, l’amico e connazionale Kurtic, Gomez, eventualmente Cabezas se dovesse essere ritenuto pronto, Vido, D’Alessandro se non dovesse essere ceduto, l’adattabile Cristante: questo il parco trequartisti a disposizione di Gasp, che di certo può essere soddisfatto eccome della squadra messagli a disposizione e ancora in costruzione.
La profondità e la possibilità di turnover ampio potrebbero non essere aspetti favorevoli al rendimento di Ilicic, che ha spesso manifestato lacune relative alla costanza, ragion per cui probabilmente non ha mai spiccato il volo verso una big, un traguardo che con la sua tecnica avrebbe potuto raggiungere. Il classe 1988 è tanto devastante quando è in fiducia, quanto deleterio quando non lo è. Se l’Atalanta dovesse ripetere l’annata appena conclusasi o per lo meno anche solo andarci vicino, probabilmente lo sloveno trarrebbe l’energia dall’ambiente e dall’entusiasmo che lo circonderebbero. L’umore, infatti, rappresenta un fattore decisivo: forse anche per questo Bergamo, almeno per il momento, è la piazza giusta per lui. Ora, però, deve dimostrarlo anche sul campo.