Quando la salvezza sembrava solamente un miraggio, aveva promesso che, se fosse successo, avrebbe fatto il tragitto fra Crotone e Torino in bicicletta; il miracolo è poi avvenuto e Davide Nicola sta mantenendo fede alla parola data. Il tecnico però non è nuovo ad imprese sportive: da calciatore, nel 2006, con il Torino appena fallito, conquista la promozione in Serie A segnando anche il goal a conti fatti decisivo nei playoff contro il Mantova.

Nicola ricorda quell’annata in un’intervista concessa a Tuttosport: “Dalla promozione col Toro, dopo il fallimento del club e tutto il terremoto che ne è conseguito, alla storica salvezza del Crotone al suo primo anno in A, dopo essere stati aritmeticamente in B per 37 partite su 38. Proprio quella stagione pazzesca col Toro mi ha insegnato molte cose che mi sono tornate utili a Crotone. Per il mio Crotone la A era tutta nuova. A ogni livello. E vi assicuro che quando cominci ad avere 9 punti di distacco dalla quartultima, dopo un intero girone, può essere facile non crederci più. Perché 17 squadre sopra di te pesano da paura. Ma c’è un’enorme analogia tra quel Torino di 10 anni fa e il mio Crotone”.

Il tecnico sa cosa ci vuole per rendere possibile l’impossibile: “Deve esserci una chimica speciale. La chimica naturale, contagiosa, che nasce e si allarga in uno spogliatoio e nella società. Significa entusiasmo. Stare bene assieme. Non avere mai paura. Voler andare oltre i limiti. Io l’avevo già detto in estate, ai dirigenti: i primi mesi saranno sicuramente durissimi. Ma poi arriverà il momento in cui capiremo chi siamo, capiremo che ce la possiamo fare. E svolteremo, e voleremo. Ed è esattamente quello che è successo”.

Vestire la maglia del Torino è stato speciale per Davide Nicola, visto che è un grande tifoso granata, ed il sogno più grande della sua carriera è sedersi proprio su quella panchina: “Intanto auguro ogni bene a Mihajlovic per tanti anni: se lo merita. Io sono nato tifoso granata. Ero anche andato vicino a entrare nel vivaio, da ragazzino. Poi nel Toro ho giocato e segnato quel gol, 10 anni fa. Ma resto un professionista: tifo per tutte le squadre in cui vado. Sono umile, ma ho anche ambizioni molto elevate. Toro o non Toro, da professionista vorrei vedere fino a che livello posso arrivare, quale tipo di giocatori possono essere conquistati dalle mie idee. Vorrei cimentarmi a livelli sempre più elevati. Ma sono anche realista e sereno. In questi giorni si chiarirà il mio futuro dietro l’angolo”.

La clamorosa stagione a Crotone ha messo in luce, oltre alle qualità di Nicola, anche alcuni ottimi calciatori, come per esempio Diego Falcinelli e Gianmarco Ferrari: “Non mi stupisce che piacciano anche a grandi club. Falcinelli è un bel bomber, ha una grandissima disponibilità al sacrificio, mena, rientra, fa tutto e non solo i gol. In campo dà sempre l’anima. Vale da solo il prezzo del biglietto. Quanto a Ferrari: è un gran bel difensore, ma ha anche confidenza con il gol. E’ cresciuto tantissimo con me a Crotone. E’ forte fisicamente, gioca sempre sereno, marca con attenzione, legge in anticipo le cose. Possono far bene entrambi anche a grandi livelli, infatti”.