Un primo tempo in equilibrio. La firma di Ronaldo e la risposta - in acrobazia - di Mandzukic. L'intervallo segna l'ascesa del Madrid e la ritirata bianconera. L'undici di Zidane assume il comando, detta i tempi, conduce la danze. La Juve si ritrae, timorosa, pecca in personalità. Ne approfitta il Real, la staffilata di Casemiro è precisa e baciata da buonasorte, Ronaldo è un furetto e griffa Champions e futuro pallone d'oro. Diverse le impressioni nel post partita, in tanti, dall'angolo dei vinti, analizzano la sfida. Dani Alves, uno dei giocatori più attesi, lui ex Barca, fondamentale ai quarti e poi in semifinale, non usa giri di parole ai microfoni di Premium Sport.
"Eravamo riusciti a trovare il gol del pareggio, ma poi loro hanno semplicemente giocato meglio. Penso che fosse la partita che ci aspettavamo, da parte degli avversari. Noi siamo troppo forti a difendere, e oggi non lo siamo stati così. Se non teniamo alto il livello per tutta la gara loro, con i giocatori che hanno, ti fanno subito male".
Un deciso passo indietro, la Juventus pecca nella sua migliore componente. La retroguardia appare statica, in costante ritardo, poco supportata dalla mediana e dagli esterni offensivi. Una fase difensiva lacunosa che spiana la strada alle scorribande dei talenti di Spagna. Modric ed Isco ad innescare Carvajal e Marcelo, Benzema a danzare a ridosso dell'area, poi Ronaldo, ancora fenomeno. Naturale il crollo, spaventa la resa.