Stefano Capozucca non è più il direttore sportivo del Cagliari. La notizia è arrivata nelle scorse ore e l'ex dirigente cagliaritano ha voluto spiegare la propria decisione nel corso di una conferenza stampa. Dispiacere per dover intraprendere un'altra strada, ma allo stesso tempo la consapevolezza di avere visioni diverse rispetto alla società. Situazione che ha portato alla scelta condivisa di separarsi, nonostante il buon lavoro portato avanti in questi anni insieme al presidente Giulini.

Capozucca ha spiegato così come è maturata la sua decisione: "La mia partenza è meditata, è una decisione condivisa con il presidente da qualche settimana. Aspettavamo solo il momento giusto per dare la comunicazione ufficiale. Preciso che non ci sono altre squadre dietro, anche se spero di trovarla, ovviamente. Sono commosso dall'affetto dei tifosi, non pensavo di essere così ben voluto. Purtroppo la differente linea sulla programmazione futura mi ha portato a questa decisione: auguro il meglio alla società. I ragazzi mi hanno regalato una maglia firmata e quando Sau me l'ha consegnata mi sono messo a piangere". Nessun dubbio sul ricordo più bello: "Gennaio 2017: molti volevano andare via e altri volevano l'esonero di Rastelli. E' stato una delle fasi più importanti della mia carriera. Non sono andato in vacanza, ho parlato con tutti e ho risolto il problema: esserci riuscito è la cosa più bella. Il giorno più brutto è oggi".

Spazio anche al rapporto con Rastelli e a quello con il presidente Giulini: "Rastelli? Non ho mai contattato nessun altro allenatore, per me quello del Cagliari è sempre stato Rastelli e la mia scelta non è dovuta a divergenze con lui. Sono contento di essere arrivato con Massimo fino a questo punto: l'esonero è un fallimento per tutti. Ci sono state piccole discussioni tecniche, ma rientra tutto nella normalità. Giulini? Posso solo ringraziarlo perché è stato lui a volermi qui: è sempre stato leale. Ci siamo voluti umanamente e sportivamente bene. La vediamo diversamente ma questo non incide sul rapporto. Devo tanto anche a Stefano Filucchi, per me è come un fratello."