È uno dei punti di forza dell’Atalanta europea di Gian Piero Gasperini e per quello che si è visto in campo, sarebbe pronto al salto in una grande squadra, anche perché è di proprietà della Juventus. Leonardo Spinazzola però vuole andarci cauto, senza accelerare i tempi, come ha già fatto in passato: “Quando ero nella Primavera della Juve, sono stato scelto come miglior giocatore del Viareggio 2012, ma non ho mai pensato di passare direttamente in prima squadra. Ero immaturo 2 anni fa alla prima esperienza con l’Atalanta, figuriamoci a 17”, confessa in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. L’accordo tra i bianconeri ed i nerazzurri prevede che il giocatore resti a Bergamo fino al 2018, ma si parla di un rientro alla base anticipato: “Non so se la Juve chiederà di anticipare il mio arrivo, non credo di essere pronto, il tempo deciderà”.

Nell’ultimo scontro diretto, terminato 2-2, Spinazzola si è reso protagonista di un’autorete: “Sono cose che capitano, non avevo neanche visto il pallone. Ma ero tranquillo, anche se dopo aver segnato, diciamo così, ho cominciato a sentire i ronzii nella testa. Dopo un campionato così ci può stare una partita storta. Anche gli autogol aiutano a crescere”. Se ci fosse un ritorno a Torino, Leonardo giocherebbe insieme ad uno dei suoi idoli: “Gigi Buffon è il mio mito, mi emoziono quando lo vedo. Un campione grande e umile. Se non si stanca, va avanti fino ai 50…”, mentre il suo modello di riferimento in campo è Gianluca Zambrotta: “Guardo sempre i suoi video, da lui ho imparato i movimenti nella fase offensiva e la posizione del corpo quando difendo. È uno dei più forti difensori italiani. E poi abbiamo avuto la stessa evoluzione tattica”.

Eh sì, perché Spinazzola ai tempi della Primavera della Juventus giocava da ala ed in seguito è stato arretrato a terzino: “Fu Bisoli a cambiarmi ruolo, la svolta della mia carriera. Ora arrivando da dietro ho più campo, più giocate e posso dare meno punti di riferimento. Da esterno dovevo giocare più sul corto, tentare il dribbling stretto che non è la mia specialità”.

Poi, ovviamente, il discorso cade sulla splendida stagione dell’Atalanta, tornata in Europa dopo 26 anni: “Strano, vero? Solo un folle l’avrebbe pensato in estate. Siamo stati bravi a crederci in gennaio quando altre squadre hanno mollato. Abbiamo capito che si poteva puntare a qualcosa di importante e sono arrivati i risultati”. La svolta? “L’andata con il Napoli. E il ritorno al San Paolo quando si è visto che potevamo giocarcela con tutti. Due vittorie fondamentali”.