Un Profeta in patria. Dopo tante chiacchiere, trattative, flirt e smentite, ci siamo, oggi è stato il giorno giusto. Lorenzo Insigne si è legato ufficialmente al Napoli, a vita, fino al 2022, e tanti saluti alle sirene inglesi, tedesche ed estimatori vari che nel corso delle ultime settimane avevano denotato interesse intorno al Magnifico. È stato l'Insigne-Day, è stato il giorno in cui una figura, di certo importante dell'attuale Napoli, è divenuta simbolo; un'investitura, paragonabile ad un messaggio subliminale, il quale testimonia il fatto che davvero Morandi aveva ragione quando affermava che 'uno su mille ce la fa'. Cifre record, per gli attuali standard azzurri: 5 milioni di euro annui, ed una smisurata fiducia verso quel genio e sregolatezza, verso quella dose di 'scugnizzeria' che ha fatto impazzire, e continua a farlo, il San Paolo.
Un ragazzo d'oro, la giusta gavetta - dapprima al Foggia, poi al Pescara - agli ordini del totem Zeman, prima di entrare a far parte della famiglia Napoli, il suo regno, quello da sempre sognato, fin da bambino. Passo dopo passo, Insigne ha scalato le gerarchie, e con il duro lavoro, senza perdere mai sorriso e sana umiltà, è giunto nell'Olimpo del Napoli, diventandone un simbolo, una bandiera: si, proprio quelle bandiere che ormai nel calcio italiano (e mondiale) latitano.
L'importanza di 'Lorenzinho' è spiegata nella mattinata che il presidente Aurelio De Laurentis ha dedicato al suo tesserato per rendere pubblico il matrimonio tra le parti. Un protocollo ufficiale, una sorta di conferenza in stile hollywoodiano che tanto piacciono, e rendono fiero il Presidente. Per Napoli, una rarità, solo ad Edinson 'El Matador' Cavani fu tributata cotanta onnipotenza, ma questa volta c'è stato di più, c'è stata la consapevolezza di celebrare un 'figlio di Napoli': un ragazzo, prima di un calciatore, con cuciti addosso i colori bianco ed azzurro. "Sono davvero emozionato, questo è quello che ho sempre sognato da bambino. Ora però voglio vincere qualcosa di importante con questa maglia, quella della mia città".
Il Napoli costruisce il proprio futuro partendo da casa propria. La gestione oculata di De Laurentis porta a spendere soldi quando occorre e dunque, investire nel momento in cui c'è ne bisogno. In campo, il peso specifico di Insigne è cresciuto a dismisura negli ultimi mesi, la gara di Madrid, in casa del terribile Real, ne è l'emblema. In una serata in cui è tremata la gamba a tutti, lui non si è tirato indietro, caricandosi sulle spalle l'intera squadra. Si è dimostrato grande, dunque ha meritato a pieni voti di forgiarsi di questo grande trattamento ed anche le parole al miele di DeLa: "Felice che possa diventare la nostra bandiera, ora dobbiamo crescere insieme e lottare arditamente per cercare di conquistare lo scudetto, in una realtà, come quella italiana, non facile". Napoli gongola, godendosi il proprio Profeta.