Ricalcare il piano-partita vincente dell'andata per uscire dal Camp Nou con la certezza che venerdì, a Nyon, al sorteggio per le semifinali, in una delle quattro palline nell'urna ci sia un biglietto recante la scritta Juventus Football Club. Massimiliano Allegri ha già in tasca l'antidoto ai marziani, ai terribili catalani capaci di miracoli calcistici (citofonare Parigi). La Champions League è imprevedibile, sorprendente, nasconde tra le proprie fronde più insidie di quante si possano immaginare. Lo insegna la storia, lo insegnano i dettagli che negli anni passati hanno fatto la differenza.
La Juventus ha già bloccato il Barcellona una volta, non più di cinque giorni fa. L'ha inibito offensivamente, poi l'ha punito con i propri campioni. Fondamentale nel match di ritorno, come è stato all'andata, saranno le letture delle situazioni, dei momenti; il saper assumere l'atteggiamento giusto al momento giusto, stando sempre al posto giusto. Una partita giusta, come piace affermare all'allenatore bianconero, il quale, dopo la vittoria per 0-2 a Pescara, ha anche svelato gli ingredienti per la pozione che potrebbe valere il passaggio del turno: "autostima e coraggio".
Ovviamente Allegri schiererà i soliti, quell'undici di gala costruito col passare dei giorni e visto poche volte al completo dal primo minuto, due per la precisione: allo Stadium contro i blaugrana, ovviamente, e nella trasferta di Udine, in una partita terminata con un 1-1 che stava stretto ai friulani. Tra le due gare, sono intercorsi 36 giorni, la squadra ha acquisito nuova consapevolezza, ha rodato la propria forma fisica, affinando le lame per il momento più caldo della stagione e mostrando la propria forza nella gara d'andata.
Dovremo andare lì per segnare. Dar loro pressione, restare alti e corti.
(G. Chiellini)
L'idea della Juventus sarà esattamente la stessa, anche al Camp Nou, palcoscenico che non può intimorire giocatori esperti e navigati, interpreti che, quando si alza il sipario, non soffrono di ansia da prestazione, bensì godono nel poter esprimere le proprie doti. Con un Dybala in più, recuperato e pronto a scendere in campo; con Bonucci e Chiellini a comporre la coppia centrale, con Khedira e Pjanic in mediana ad accorciare, a stringere gli spazi e inchiodare le linee il più vicino possibile, per non concedere varchi sulla trequarti. Poi ripartire, spingere a destra - dove Cuadrado può fare il vuoto -, cavalcando l'estro della Joya e i gol di Higuain. Il Pipita ha bucato tre volte il Barcellona (in 19 incontri), ma mai al Camp Nou.
Obiettivo segnare, per mettere al sicuro una semifinale che, dopo i primi 90 minuti, sembra già vicina, ma che in realtà è ben più distante di quanto si possa pensare. Allegri e Chiellini dettano la via con le parole, durante l'avvicinamento. La palla passa al campo. Anzi, per il campo. Anzi, per il Camp. Nou.