Paulo Bruno Exequiel Dybala si eleva. E' la consacrazione definitiva per l'argentino in una partita certamente non banale contro il Barcellona. Partita dopo partita trovare aggettivi diventa sempre più difficile, l'ascesa al Paradiso dantesco rende le descrizioni ineffabili davanti a cotanta grandezza. Dybala è alle porte dei più grandi, tocca il cielo con un dito, quel cielo da dove spira il ricordo del padre. 

Maschera da gladiatore fissa sul volto per ben due volte, gli istanti in cui nasconde il viso angelico e mostra la totale brutalità della propria natura. Il piede mancino che sembra esser stato creato da Dio: una rivisitazione dell'affresco di Michelangelo con il tanto decantato passaggio di consegne tra il Dio del calcio, Messi, e Dybala, nelle vesti di Adamo? Non cediamo a questa blasfemia. I paragoni li accantoniamo per colui che ha già espresso il desiderio di chi voler essere: semplicemente, Paulo Dybala.  

Animo puro, testa sulle spalle e talento divino. La Juventus può contare su un giocatore unico, capace di spaccare in due i blaugrana grazie alle proprie intuizioni e alle conclusioni simili all'ira di Dio. Il numero 21 non cede ad inutili e sfarzose giocate ma il dribbling è quasi sempre funzionale all'idea successiva. Non è soltanto tecnica, corre e lotta in ogni zolla del campo per riconquistare la sfera come un vero gladiatore. E' sempre tra i giocatori che macinano più chilometri in partita. Un attaccante totale, totalmente al servizio dei bianconeri anche nel prossimo futuro grazie all'imminente prolungamento di contratto. 

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— moradfutbolvid (@moradfutbolvid) 12 aprile 2017

"Al mio segnale, scatenate l'inferno!". Appena sette minuti per mettere su la maschera e trafiggere cruentemente la disorganizzata linea di Luis Enrique. Spalle alla porta, rotazione del corpo con il destro a piede-perno tipo fosse una serata di NBA e mancino affilato che va in buca d'angolo. Di coordinazione, potenza e precisione il secondo goal con un siluro terra-aria che batte Ter-Stegen sul primo palo. Sono quattro le reti stagionali in Champions League per lui, fondamentali per sperare di continuare l'avventura nella competizione. Ora lo spaventoso Camp Nou, anche se con un Dybala così gladiatorio fa molto meno paura.