L'Udinese batte con un secco 3-0 il Genoa. Vista la differenza in classifica e viste le differenze nello stato di forma, la domanda sorge spontanea: bravi i friulani o i liguri sono ormai alla deriva e non sono un avversario valido? Come sempre la risposta, usando forse un po' di banalità, sta nel mezzo. Il Grifone è effettivamente partito con un buon piglio, facendosi vedere in avanti e bloccando i rifornimenti, fondamentali, alle ali friulane. Poi però è arrivato un episodio negativo (per i liguri). Le zebrette infatti sono passate in vantaggio al primo vero tiro in porta. Azione manovrata da Thereau e Lucas Evangelista, palla a De Paul, che i mezzi per il tiro da fuori li ha eccome e infatti il suo bolide è come la fucilata di un cecchino e va a battere alla sua destra un incolpevole Rubinho.

Da lì la banda di Mandorlini si è sciolta, mettendo in evidenza il problema mentale di cui ha parlato il tecnico in conferenza stampa, e l'Udinese ha potuto giocare come sa. Poche le occasioni clamorose create, ma, vista l'assenza di Jankto e Fofana, si è puntato puramente sul gioco sulle ali, con Thereau libero di svariare dietro la punta. Risultati ottimi, soprattutto sulla destra, dove De Paul è sempre più importante e devastante, il (o "i") gol sono solo la chiosa dell'ennesima prestazione da sottolineare. Genoa poco vistoso dicevamo, con il solo Simeone a cercare qualche iniziativa per provare a scardinare una difesa friulana solida come sempre e leggermente in affanno dalle parti di Angella, specie con l'ingresso di Pandev e Palladino.

Il secondo gol è un altro grande classico ormai in casa Udinese. Palla alta, Duvàn Zapata in area col suo fisico ha creato abbastanza scompiglio da far arrivare il pallone e mollare l'ennesima bomba in rete. Il criticatissimo colombiano è arrivato così a quota otto. Chissà se avesse giocato con questa convinzione nella parte centrale del campionato a quante reti sarebbe arrivato e dove sarebbe ora l'Udinese. Con i se e con i ma non si va lontano, ma il "Panterón" ora è il fulcro che mancava ai friulani. Anche a sto giro tutti i palloni alti sono stati cosa sua. Nessuna progressione di forza, ma non sempre si creano le condizioni per una giocata del genere. Sta di fatto che ora il ragazzo è fondamentale, come gli si chiedeva. Forse un po' tardi, dato che tra poco tornerà a Napoli ed è improbabile che i Pozzo riescano a trattenerlo. Si è accennato però anche a Lucas Evangelista. L'ex San Paolo si è destreggiato bene, con Delneri che lo aveva sperimentato al posto di Jankto già in amichevole ed ora ha deciso di farlo anche in gara ufficiale. Nessuna giocata azzardata e nessun dribbling in zone di campo pericolose (cosa che invece gli era stata criticata pochi mesi fa), ma una gestione intelligente del pallone e la personalità ci sono, come dimostra l'azione dell'1-0.

Il 3-0 probabilmente sarà segnato come autorete di Rubinho. Peccato per De Paul, che probabilmente si vedrà negare la sua prima doppietta italiana, ma in effetti l'errore dell'ex Juventus è stato veramente grossolano. Sul triplo vantaggio la partita è un po' finita. Come fatto notare a Mandorlini in conferenza, con Pandev e Palladino il Genoa ha girato meglio, ma stavolta gli episodi sono stati avversi, perché Palladino la palla del 3-1 l'ha avuta, ma è finita oltre il palo. Tutto bene dunque per l'Udinese, se non fosse per Samir. Il brasiliano infatti è dovuto uscire al quarto d'ora della ripresa per una contusione al ginocchio. La risonanza dirà quanto è grave il problema, Delneri in conferenza sembrava preoccupato. Perdere il brasiliano infatti sarebbe un peccato, perché era in crescita continua ed esponenziale, in questo finale di campionato sarebbe stato prezioso. Prossima sfida al San Paolo contro il Napoli. Partita che sembra essere proibitiva, ma questa Udinese può giocarsela e proverà a portare a 6 la striscia di risultati utili consecutivi.