Rodrigo De Paul è uno dei profili più interessanti che ha messo in mostra l'Udinese, sia quella di Iachini che quella di Delneri. Dopo un boom iniziale da trequartista, ha poi pagato la fase centrale di campionato, dove è stato dirottato sulla fascia dal tecnico di Aquileia, per poi iniziare a spiccare il volo. Ora è un punto fermo della squadra e con i suoi dribbling e le sue serpentine si sta confermando tra i prospetti con più margini di crescita di questa squadra.
I tifosi lo hanno sostenuto fin da subito, nonostante abbia scelto di indossare la pesantissima 10 di Totò Di Natale: "Ai tifosi non posso che dire un grande grazie, perchè mi hanno fatto subito sentire a casa. Sono sempre molto carini con me, io spero sempre di contraccambiare questo affetto dando il massimo in campo."
Nell'intervista c'è spazio prima per le domande sulla vita privata, iniziando dal Mate, bevanda da cui non si separa mai: "È la domanda che tutti mi fanno. In Argentina è una cosa normale. È come un tè. Un'erba infusa in acqua calda. È molto diffusa nel mio paese, ma anche altri, come l'Uruguay. Mi piace comprare e collezionare oggetti relativi al Mate. Gli infusori li ho dovunque: in spogliatoio, in macchina, ovunque."
Riflessioni poi sull'importanza della fidanzata, che lo ha seguito qua ad Udine e lo ha aiutato nei suoi momenti più complicati: "Con Camila siamo insieme da 7 anni. L'ho conosciuta con il pretesto di fare una foto. Poi ci siamo conosciuti meglio. Eravamo piccoli; ero senza soldi, però ho sempre pensato che lei è davvero importante per me, perchè mi è stata vicina nei momenti peggiori. La sua vicinanza, con quella di qualche amico importante, è stata fondamentale per diventare quello che sono. È bravissimo a fare i dolci, ma io non mangio le torte. Non mi piacciono particolarmente. Mi concedo giusto un biscotto al giorno, anche per mantenere la linea, che è sempre importante."
Passando al calcio, De Paul fa un bilancio dopo 3/4 di campionato: "Adesso mi sento in forma e ho fiducia. La squadra sta attraversando un buon periodo, ma vogliamo sempre fare di più. Dobbiamo sempre pensare in grande e vincere la domenica per salire sempre di più in classifica."
Il gol contro il Milan sembra essere stato un po' la svolta di questa stagione: "Il gol contro il Milan è stato molto bello. Non so se il più bello della mia carriera, ma di sicuro il più importante, perchè segnato contro una grande squadra e perchè è stato il gol vittoria dopo tre sconfitte consecutive, a coronamento di una rimonta molto difficile, dopo il gol di Bonaventura e il pareggio di Thereau."
C'è un grande rapporto con Duvàn Zapata, recentemente convocato in nazionale. Anche Rod pensa all'Argentina: "Sono contento che Duvàn sia arrivato in nazionale. Lui è un mio amico così stretto che sono stato contento come se fosse successo a me. Io anche sogno la nazionale, ma per ora sono concentrato solo sull'Udinese, perchè è facendo bene qui che ci posso arrivare. Quello di indossare la camiseta albiceleste è il sogno di tutti i bambini, ed è anche il mio ovviamente. Tutto arriva se fai bene in campo, come successo a Duvàn appunto. Ha vissuto un momento difficile, ma ora si sta ritrovandoe sta facendo vedere che è determinante per l'Udinese."
L'ex Valencia traccia poi un quadro di quelli che sono stati i suoi punti di riferimento in Sudamerica: "Riquelme era il mio idolo da bambino. Per me è il prototipo del trequartista. Mi piaceva anche Ronaldinho, ma lui è stato l'esempio che ho seguito. Ho avuto la fortuna di giocarci contro e l'onore di scambiare la maglia con lui. Milito? Io ho giocato nel Racing per 15 anni e lui per tutti noi è la figura più importante che esiste. Ha fatto una carriera eccezionale, vincendo tutto. Ho avuto la fortuna di giocare con lui. È una persona molto buona, è un giocatore a dir poco eccezionale. Il mio motto è "decidi più con il cuore che con la testa." È anche per questo che ho scelto di legarmi al Racing per così tanti anni, perchè il mio cuore in Argentina è per questa squadra e non mi sono mai pentito di questa scelta. Ora sono arrivato in Europa e la mia strada è camabiata, ma continuo sempre a decidere con il cuore."
Ci sono però state anche delle difficoltà in questa avventura all'Udinese: "Quando sono arrivato qui, non è stato facile l'ambientamento, perchè il calcio italianosi basa molto sulla tattica, e io non ero specializzato in questo. Poi da quando ho imparato la lingua è stato tutto più semplice, grazie anche all'aiuto del club, del mister e della squadra."
Un pensiero infine sul friulano, che Delneri sta portando nella squadra: "Quello ancora non lo conosco. Per ora mi limito al "Mandi", più avanti magari imparerò altre parole."