È stato un confronto aperto dall’inizio alla fine, quello di ieri sera, tra Juventus e Milan. Un’accesa battaglia in cui è accaduto di tutto, la quale è infine sfociata in un mare di polemiche, polemiche assolutamente inutili e di cattivo gusto. Che fanno senz’altro molto male al nostro Calcio. Discutiamo invece di ciò che realmente conta in questo fantastico sport, ovvero il campo.
Ieri sera allo Juventus Stadium abbiamo assistito ad una sfida dal tema ben nitido e definito: la Juve di Max Allegri attacca mantenendo il più possibile la palla tra i piedi, mentre il Milan si difende con 10 giocatori di movimento insieme al portiere (non molto differentemente dall’Empoli di Martusciello, per capirci). I bianconeri schiacciano subito il piede sull’acceleratore, avanzando con almeno 8 effettivi nella metà campo avversaria, e costringendo il Milan ad un ripiegamento pressoché totale. Al terzo minuto si presentano i sintomi di ciò che avverrà dopo, quando Dani Alves mette in mezzo un pallone lambito con la testa da Romagnoli. La traiettoria viene prolungata, e la sfera giunge nella zona dell’accorrente Marko Pjaca, il quale la mette a terra in un baleno, brucia sul tempo Zapata (terzino alla Barzagli) e dopo essersela spostata sul piede forte (dx) prova un interno piede verso il primo palo, al quale Donnarumma risponderà presente.
Sulla ribattuta non troverà fortuna Sami Khedira con il sinistro, alto. Ma è solo l'inizio, perché la Juve arriverà al tiro altre 22 volte.
Questa situazione di perenne apnea, è favorita dalla rinuncia di Kucka in mezzo al campo, che solitamente viene utilizzato come raccordo per intermediare con l’attacco. Pasalic e Bertolacci hanno altre caratteristiche: sono più rapidi, dinamici, efficaci come schermo su un determinato bersaglio rispetto allo slovacco. Il Milan quindi attende sornione, compatto nella propria metà, pronto ad accendersi con le transizioni a sfogo laterale di Ocampos e Deulofeu. Filosofia che, alla mezzora, non produce alcun pericolo alla Juve.
Bianconeri che invece dominano sul piano del gioco e del territorio, e che passeranno in vantaggio con il goal di Mehdi Benatia.
L’azione che porta all’1-0 è un vero e proprio spettacolo, per gli amanti del bel calcio: rapido dai e vai sulla trequarti tra Dybala e Dani Alves, che si intrufola tra le linee e dona un fantastico pallone - che se fosse un dipinto sarebbe La Gioconda - a Benatia, il quale favorito anche dal cattivo posizionamento di Romagnoli sentenzia Donnarumma con una fucilata sottomisura. È vantaggio Juve, giustificato da quanto espresso dalle due squadre sino a quel momento.
Contrariamente a quanto succede nelle recenti gare casalinghe, però, la Juventus non riesce ad “ammazzare” la partita, tenendo così in vita una squadra tenace come quella rossonera, nota quest’anno per epiche imprese e rimonte sudate (Sassuolo, Bologna, Lazio..). Sebbene i numeri non siano dalla loro parte, i ragazzi di Montella (aiutati anche dalla Dea bendata) trovano il gol del pari al 43’ minuto con Carlos Bacca. Riepiloghiamo l’azione che ha portato all' 1-1: siamo all’altezza dell’area difensiva rossonera, decentrati verso sinistra, quando la Juve porta un pressing altissimo con Higuain, Dybala e Pjanic nel tentativo di sradicare la palla dai piedi di uno tra Romagnoli e De Sciglio, ingabbiati all'estremità del campo da gioco. Avrà però l’ultima parola il 13 rossonero, che, con un rilancio tanto involontario quanto efficace, innesca un pericolosissimo contropiede grazie al prolungamento di Pasalic (sul quale prova vanamente l’anticipo Bonucci), che serve sulla corsa Deulofeu. La Juve era sbilanciata in avanti, e lo spagnolo ha bruciato sul tempo Barzagli con la possibilità di avanzare sino all’area di rigore, dove servirà con tempismo perfetto il taglio di Bacca, il quale non sbaglia a tu per tu con Buffon, schiaffando il pallone con un dolce esterno. 1-1 sul finire di tempo.
La ripresa vede in campo Lichtsteiner per Barzagli (che fatica non poco con Deulofeu), ma ci consegna una Juventus spasmodica, convulsa e alla frenetica ricerca del secondo gol. Il Milan nel frattempo perde Bacca per un risentimento muscolare, e Montella rimodella la sua squadra con Kucka esterno alto a destra nel 4-3-3, punta Deulofeu e Ocampos a sinistra. Molti tiri per la Juve, ma la poca precisione (meno della metà nello specchio della porta) dei bianconeri tiene viva la partita fino al 90’.
Nei minuti di recupero, però, alla sfida è imposta la svolta: dopo una carambola nell’area di rigore milanista il pallone termina tra i piedi di Lichtsteiner, che provando ad alimentare l’azione con un cross trova l’illegale intercetto di Romagnoli, reo di aver incontrato la palla col braccio largo dal corpo. Calcio di rigore. Paulo Dybala dal dischetto aprirà il sinistro, tanto da impedire a Donnarumma di arrivare sul pallone, riscattando così il fatal errore di Doha.
Prestazione fantastica di Dybala: sempre impegnato nella ricerca dell'inserimento negli half-spaces, ha dispensato palloni puliti verso i compagni, e creato non poche difficoltà al Milan con le proprie progressioni palla al piede.
Oltre alla joya, assolutamente rimarchevole la pesante prestazione di Mehdi Benatia, decisivo con anticipi, duelli aerei vinti e stravinti, oltre ovviamente alla marcatura.
Per il Milan si conferma l’importanza di Gèrard Deulofeu, che ha fatto la differenza quando è stato posizionato a sinistra, libero di sfogare la sua imprevedibilità e creatività immense. Montella ha chiaramente impostato la gara sui lanci lunghi alla ricerca delle ali, ma più della metà di questi è andata persa provocando un continuo, asfissiante, e infine significativo dominio territoriale bianconero.