Undici. Questo è il numero di presenze in questa stagione di Claudio Marchisio in Serie A con la maglia bianconera. Il Principino ha saltato i primi mesi dell'anno recuperando dalla rottura del legamento crociato dello scorso maggio e da quando è tornato non ha trovato i minuti che si aspettava, prima a causa dell'obbligatoria precauzione per il suo ginocchio, poi per un cambio modulo inaspettato.
Infatti, da quando Max Allegri ha varato il 4-2-3-1, i posti a centrocampo si sono ridotti a due e a farne le spese è stato proprio Marchisio che alternandosi con Khedira e Pjanic ha raccolto solo 240 minuti in otto partite. L'allenatore bianconero ha stabilito che per la bandiera bianconera, ora come ora, una partita alla settimana sia il numero ideale per ritrovare a pieno la condizione ed evitare spiacevoli ricadute, anche muscolari, visto l'affaticamento patito poco prima della partita con la Lazio.
La situazione del numero otto bianconero ricorda, per certi versi, quella vissuta da Alessandro Del Piero dopo il secondo addio di Lippi alla Vecchia Signora. Pinturicchio molto spesso veniva fatto accomodare in panchina, preferendogli prima Ibrahimovic e poi, con l'avvento di Conte, Vucinic. Marchisio, in questo senso, lo ricorda perché Allegri pare preferirgli Pjanic e Khedira, così come Conte spesso preferì Vidal, Pogba o Pirlo a lui, ma nonostante questo lui si fa sempre trovare pronto nel momento del bisogno. Il Principino accetta la panchina con la stessa classe con cui lo faceva il numero 10, reclamando tra le mura di Vinovo e a bassa voce un posto da titolare che, francamente, si meriterebbe.
Le ultime tre partite di campionato, in questo senso, hanno confortato il centrocampista di Madama. Contro Cagliari, Palermo (in cui è andato anche in gol) ed Empoli è partito lui come titolare e verosimilmente lo sarà anche domani contro l'Udinese. Il silenzio, il rispetto, il sacrificio e la costanza di prestazione sono le chiavi per prendersi quella maglia da titolare, Marchisio lo sa e come sempre negli ultimi anni lavora per conquistarla, ovviamente tutto senza dire una parola fuori posto, come un capitano.