Siam sicuri che se il regista Paolo Sorrentino avesse visto la prestazione dell'Atalanta al San Paolo di Napoli, ne estrapolerebbe la trama perfetta per il suo secondo atto de "La Grande Bellezza". La Dea vola, schianta a domicilio il Napoli grazie ad una doppietta del difensore Mattia Caldara, promesso sposo alla Juventus, consentendo ai tifosi bergamaschi di toccare con mano il sogno chiamato Champions League.
Una creatura perfetta quella messa sù dallo stratega Gian Piero Gasperini, ideata in laboratorio e studiata nei minimi dettagli. Un collettivo armonioso, che, grazie alla sua organizzazione e alla qualità dei suoi giovani, ha permesso all'Atalanta di vivere uno dei periodi più fiorenti della sua storia, più che centennale. Sul rettangolo verde dell'impianto di Fuorigrotta non si è visto il solito frizzante Napoli di Sarri, ma un'Atalanta capace di sottomettere gli azzurri in tutte le zone del campo grazie alla sua infinita concentrazione, aggressività, voglia di vincere e continuare a stupire. Un manipolo di giovani terribili, guidati da 2/3 veterani (Toloi, Kurtic, Gomez) i quali hanno catturato le attenzioni dell'intera Italia calcistica, e non solo.
Due gol di Caldara, la prima doppietta in carriera in Serie A del giovane bergamasco che proietta la sua squadra al quarto posto solitario in graduatoria, a meno tre proprio dal Napoli, uscito dal campo con le ossa rotte. L'Atalanta non può essere più considerata una semplice rivelazione, bensì una grande squadra, una realtà del nostro calcio. In primis, una fase difensiva impeccabile, che ha rasentato la perfezione.
Il pacchetto arretrato costituito da Caldara, Toloi e Masiello ha giganteggiato contro i pericolosi furetti azzurri, non dando mai l'impressione di essere in difficoltà. Gli esterni Conti e Spinazzola si confermano su livelli altissimi di rendimento, preziosi in fase di copertura, straripanti in proiezione offensiva (delizioso l'assist con cui Spinazzola ha servito Caldara nell'azione del gol del 2-0). Freuler e Kurtic mediani tuttofare, sciabola e fioretto, che insieme a Kessiè hanno eretto una diga invalicabile in mezzo al campo. Dulcis in fundo, l'assortita coppia offensiva Gomez-Petagna, la quale è ancor più irresistibile in campo che sui social network.
Una vittoria prestigiosa quella conquistata dalla Dea, resa ancor più soddisfacente dal fatto di averla ottenuta in un finale di gara giocato in 10 contro 11 causa l'espulsione comminata al centrocampista ghanese Kessiè. Una prova di maturità su un campo difficile, dove solo la Roma di Luciano Spalletti era riuscita a portar via l'intera posta in palio. Una maturità che permette agli uomini di Gasperini di spingersi su vette mai toccate nella storia recente dell'Atalanta e continuare a cullare, nutrire sogni d'Europa. È tutto molto bello, la "Città dei Mille" sogna ad occhi aperti. Ciak si gira...sono ufficilamente iniziate le riprese della "Grande Bellezza 2.0".