La Juventus chiude nel migliore dei modi il cammino di avvicinamento agli ottavi di finale di Champions League. Una partita che si è messa subito bene, sbloccata da Marchisio, e che si è rivelata abbastanza agevole, forse anche più di quanto ci si aspettasse.
Il modulo. Allegri conferma il solito 4-2-3-1 rimaneggiato sul piano degli uomini, con il ritrovato Marchisio ad affiancare Khedira in mediana e Sturaro, Dybala e Pjaca dietro Higuain. Il modulo, seppur non devastante come al solito, permette ai bianconeri di imporre subito il proprio gioco andando in vantaggio già al 13', poi Allegri cambia e passa al 4-3-3 con Sturaro mezzala e più spazio per Pjaca a sinistra. Si cambia ancora e Dybala va ad affiancare Higuain con il centrocampo che si ricompatta per un 4-4-2, con Sturaro che torna a destra, per poi ritornare all'ovile e al 4-2-3-1 iniziale con il neo-entrato Cuadrado a destra e Rincon-Lemina a formare l'inedita mediana.
Pjaca a sprazzi. L'agevole successo contro il Palermo da parte degli uomini di Allegri non nasconde però qualche imperfezione tattica legata principalmente alla prestazione di Marko Pjaca, gioiellino croato che a dispetto dell'evidente talento sta faticando a trovare la chiave di lettura del gioco bianconero. Allegri lo ha punzecchiato spesso in questi giorni ("cominci a pedalare") e il numero 20 bianconero ha cercato in tutti i modi di soddisfare le aspettative del mister: si è sbattuto, ha corso, ci ha provato, e quando ha avuto il pallone tra i piedi ha anche tirato fuori un paio di giocate niente male, come quella che ha messo fuori causa tutta la difesa del Palermo mandando Khedira davanti a Posavec sul secondo palo, senza che il tedesco riuscisse a sfruttare l'occasione. Il croato quando prende palla e gli si accende la luce risulta micidiale e i difensori rosanero devono raddoppiare, se non triplicare, per trovare una valida opposizione, ma in una squadra come la Juve questo non può bastare, soprattutto perché a controbilanciare queste ottime giocate ci sono invece anche momenti - troppi - di black-out, dove l'uno contro uno non riesce e il giocatore si spegne. Inoltre anche ieri sera sono mancati i movimenti senza palla: Pjaca spesso tende ad andarsi a prendere il pallone e proporsi per il passaggio incontro al compagno, per poi ricevere la sfera e puntare l'avversario, ma non cerca mai la profondità, non detta mai il passaggio tra le linee ed è sempre stabilizzato in quella zona di campo dove il Palermo è riuscito a trovare le contromisure adatte nel secondo tempo, impedendogli di creare altri pericoli. Rimane infatti a 0 il numero dei tiri in porta, e trattandosi di un attaccante è un dato a dir poco allarmante.
Si sblocca Marchisio. Per un Pjaca che ancora fatica a trovare la dimensione c'è invece un Claudio Marchisio che torna al gol (e ad offrire un'ottima prestazione) dopo uno dei periodi più difficili della sua carriera. Il principino è perfetto negli inserimenti, detta il gioco a due tocchi e si mostra rinato e intenzionato a tornare ai livelli di un tempo. Claudio sa di non essere più un titolarissimo del centrocampo di Allegri ma non ha intenzione di mollare neanche un centimetro alla concorrenza, e lo stesso allenatore bianconero sa che la sua Juve ha ancora bisogno di uno come Marchisio, che ieri in fase d'impostazione ha sfoderato grandi numeri: 98 palloni giocati con un percentuale del 91% di passaggi riusciti, a cui si aggiunge ovviamente il gol di rapina dopo la respinta di Posavec, che lo mostra spregiudicato e freddo sotto porta oltre che agile negli inserimenti.
Corsa e movimenti. Anche ieri sera il gioco dei bianconeri è stato caratterizzato da precisione negli inserimenti e tanto movimento senza palla: lo dimostra in particolare il solito Asamoah, che spinge a dispetto dell'impiego da terzino in un modulo già di suo molto sbilanciato in avanti dalla cintola in su. Il ghanese però non dimentica la fase difensiva e si rende protagonista di un grande salvataggio in ripiegamento difensivo su Balogh, che sembrava poter concludere a botta sicura a pochi passi da Buffon. Khedira regge il faticoso modulo bianconero per un tempo prima di boccheggiare, mentre davanti Higuain e Dybala fanno il bello e il cattivo tempo negli inserimenti e nel pressing contro una retroguardia che fatica tantissimo in disimpegno e nei movimenti.