“L’Empoli? Nessuna partita è facile, loro son una squadra collaudata, hanno giocatori che sanno bene quello che devono fare, è una squadra che ci può mettere in difficoltà. Ma noi sappiamo che se giochiamo da Toro abbiamo le qualità per portarla a casa. Il nostro compito è riprendere il cammino del girone di andata, ritrovare la vittoria che dà fiducia e coraggio. Questa partita e quella col Pescara sono due partite che possono migliorare la nostra classifica e dobbiamo approfittarne”.
E' un Sinisa Mihajlovic visibilmente carico quello che, alla vigilia della trasferta di Empoli, prova così a caricare l'ambiente Torino, reduce dal pareggio interno contro l'Atalanta e, generalmente, da un periodo tutt'altro che positivo. Quattro partite senza vincere, con i granata che dopo un ottimo avvio di campionato sembrano aver subito in parte la sindrome da appagamento. Questione di mentalità, di squadra, che il tecnico serbo prova ad inculcare così, analizzando inoltre i temi del match del Castellani di domani.
“Noi dobbiamo giocare sempre per vincere e non per non perdere. Essere aggressivi e pressare alti. Poi, siccome ci saranno momenti di difficoltà, sarà in quei momenti che dovremo essere più aggressivi e tirare fuori qualcosa in più. Abbiamo lavorato in settimana su alcune cose e proveremo a metterle in pratica. In allenamento io vedo una squadra aggressiva al punto giusto. Poi l’allenamento è una cosa e la partita un’altra. Comunque sono fiducioso”.
Questione di atteggiamento, di aggressività, che anche il presidente Cairo ha sottolineato in settimana nel corso della conferenza stampa di presentazione del canale Torino Channel: “Se lo ha detto è perché glielo ho detto io visto che il confronto tra noi c’è sempre. Ho già spiegato ai miei ragazzi che non è detto che noi dobbiamo fare pressing solo nella metà campo degli avversari e aspettare gli avversari e basta nella nostra. Io parlo con Petrachi e lui parla col presidente. Se il presidente parla di tattica, dice quello che gli diciamo noi. Abbiamo lavorato su queste cose in settimana: dobbiamo essere aggressivi ogni qual volta non abbiamo il possesso del pallone”.
Si parla, successivamente anche dell'emergenza difensiva che costringe da tempo Mihajlovic ad avere a disposizione un numero contato di interpreti. Il punto della situazione: “Di dieci difensori disponibili ne abbiamo quattro. Per Zappacosta non so quanti giorni ci vorranno ancora. Castan ha ancora una contrattura e vediamo oggi come è, con la risonanza magnetica. Avelar la settimana prossima dovrebbe cominciare a lavorare un po’ con noi, ma ci vuole tempo. Obi è tornato in gruppo. Rossettini ha una botta alla caviglia, penso che sia più semplice recuperarlo. Per Molinaro, come per Avelar, penso ci voglia ancora un mesetto. Tra Castan e Rossettini, comunque almeno uno dei due li devo portare in panchina perchè non abbiamo altre alternative”. Chance quindi di rivedere Ajeti al centro della difesa: “Se farà bene continuerà a giocare. Ma questo dipende da lui. Sicuramente ha delle caratteristiche diverse da tutti gli altri difensori che abbiamo perché è un marcatore puro, in marcatura a uomo è il migliore che abbiamo. Quello in cui deve migliorare è imparare a giocare meglio la palla e a portarla più velocemente in avanti”.
Dalla difesa all'attacco, con uno sguardo rivolto in particolare alla situazione spinosa di Maxi Lopez: “Io ho provato a spronarlo in mille modi. Gli ho detto anche che avrei potuto cambiare modulo per giocare a due punte, se lui si fosse rimesso in forma. Ma la situazione non cambia. Perciò anche oggi non sarà convocato. E’ lui che deve essere motivato e deve mettersi in discussione. Deve fare di tutto per essere ripreso in considerazione. Lui al momento così non mi serve. Per giocare nelle mie squadre occorre rispettare delle regole”.
Infine, un passaggio anche sul mercato di Gennaio: “Il mercato di gennaio non è mai semplice. Le squadre che hanno i giocatori forti e pronti o se li tengono o li vendono a caro prezzo. Quello che resta sono giocatori in prestito, da recuperare, o scommesse. Noi abbiamo preso un paio di alternative, Iturbe – che cerchiamo di riportare ai livelli di Verona, ma ci vuole tempo – e Carlao, che è giocatore esperto ma deve conoscere il nostro campionato, e non è stato neanche fortunato perché si è fatto male e lo rivedremo tra qualche settimana".
E su Milinkovic-Savic, portiere fratello del centrocampista della Lazio ingaggiato dai granata: "E' un buon investimento di prospettiva. Lui ha tutto: qualità tecniche, grandi doti fisiche. Poi è un po’ “matto”, ma ci sta che i portieri siano sopra le righe. Io l’ho visto qualche volta in Under 21 serba e penso sia un portiere forte. Penso che potrebbe essere fin da subito titolare, anche se non lo conosco così bene da poter esprimermi con sicurezza. Se sono soddisfatto? Io sono l’allenatore e devo allenare quelli che ho a disposizione. Cercando di ottenere il massimo da tutti. La società ha fatto quello che ha potuto e ritenuto fare. Il mercato non ha cambiato la nostra dimensione".
Fonte ToroNews.