"Sono in un club glorioso e vincente. Vincere è nel DNA della Juventus e noi cerchiamo di proseguire in tal senso". Parole di Giuseppe Marotta, garantite dai fatti. Premio come miglior squadra, premio come miglior allenatore al proprio tecnico, sette giocatori attuali (più un ex) piazzati nel miglior undici, premio per il miglior giocatore in assoluto. La Juventus lascia le briciole agli avversari anche in fatto di premi, come testimonia il Gran Galà del Calcio, andato in scena ieri sera a Milano e che ha visto i bianconeri ultra-protagonisti. Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Pjanic, Higuain e Dybala sono comparsi nella squadra ideale della Serie A, Allegri e Bonucci hanno invece conquistato anche i premi individuali, mentre Giuseppe Marotta ha ritirato il premio a nome di tutta la società come miglior squadra italiana del 2016. Non poteva andare diversamente, specie dopo il quinto scudetto di fila e le basi poste per arrivare al sesto in questi primi mesi di stagione.
"È un nostro obiettivo - afferma a margine della premiazione Massimiliano Allegri sull'ambizione di vincere ancora il tricolore - sarebbe qualcosa di leggendario per il club, perché nessuno ci è mai riuscito, ma ci sono anche la Roma, il Napoli e L'inter. Quella di domenica sarà una sfida chiave". Il tecnico si sofferma poi sulla sfilza di suoi giocatori premiati, riconoscendo loro tutti i meriti, con un pizzico di umiltà e la frase che ormai lo contraddistingue: "I calciatori hanno vinto, il merito è loro. Per fare bene non ci sono segreti: servono buoni giocatori e una buona società, poi l'allenatore 'non deve fare danni'".
E, quando le cose non vanno per il verso giusto, come può capitare a qualunque squadra, anche alla più forte del campionato, "Bisogna saper accettare la sconfitta e metabolizzare una prestazione negativa. Serve intelligenza per capire le cause e cercare di ridurre notevolmente il margine d’errore”. Parola di Gianluigi Buffon, fresco trenanovenne e per il terzo anno di fila portiere del miglior undici. Dopo Firenze i bianconeri hanno svoltato in positivo ed ora attendono l'Inter per confermare il trend: "Li attendiamo con il rispetto che si sono meritati e con il giusto timore. Vogliamo ulteriormente aumentare il vantaggio in classifica sulle dirette inseguitrici”. Qual è invece l'obiettivo del numero uno, ora che l'età comincia ad avviarsi verso la fatidica soglia dei quaranta? “L’obiettivo è quello di giocare finché dimostro di poter essere competitivo, ma voglio giocare ad alti livelli, voglio rispettare la mia carriera dove mi sono contraddistinto come un portiere non comune", afferma.
Caldo sul tema Inter anche Giorgio Chiellini, leader dello spogliatoio e giocatore fisicamente ritrovato negli ultimi due mesi, a seguito di una serie di difficoltà che ne hanno penalizzato il rendimento: "Noi abbiamo sempre pensato a noi stessi, non ai punti che abbiamo di distanza dagli altri. E sarà importante dare un altro segnale a tutti che vogliamo arrivare fino in fondo anche quest'anno". Dopo i nerazzurri, arriva l'immediata doppia trasferta a Crotone e Cagliari. Impegni sulla carta agevoli, ma punti da portare a casa: "Credo che una risposta importante ce la siamo data e adesso arriva una bella settimana dove avremo tre partite, e sicuramente si dirà tanto del nostro campionato".
Insieme al numero tre c'è - e ci sarà - anche Leonardo Bonucci, che ha resistito alle avances di altri grandi club Europei per rimanere alla Juventus e diventarne una bandiera, come lui stesso ha ribadito in diverse occasioni. Premiato come miglior giocatore del 2016, ha ammesso le voci di mercato estive e soprattutto rilanciato la sfida ai suoi: "Dire di no al Barcellona e al Manchester City non è stato semplice. Come poteva esserlo se a volerti era il miglior allenatore del mondo? La mia non è stata una scelta a cuor leggero, ora però sono felice di essere alla Juventus e voglio vincere in Italia e cominciare a farlo anche in Europa". Lo sguardo è sulla Champions, ma anche sul campionato, sul quale afferma "non bisogna mai dare nulla per scontato". Parole anche per il nuovo 4-2-3-1: "In Europa sarà decisivo l'atteggiamento e con questo modulo pensato da Allegri sono sicuro che potremo arrivare fino in fondo".
Non manca nemmeno il terzo membro della BBC, ora forse accantonata, ma comunque un pezzo di storia degli ultimi anni che ha aiutato a portare i bianconeri fino a questo livello a cui è ora. "Ogni tanto c'è qualche svarione - afferma sorridendo Andrea Barzagli - gli altri ci danno filo da torcere ma riusciamo a portare a casa buoni risultati. Ci conosciamo da anni, anche pregi e difetti. Ci aiutano a dare il 100% in campo".
Chi invece la propria storia in bianconero la vuole scrivere e conosce l'ambiente da pochi mesi (relativamente) è Miralem Pjanic, il cui ambientamento sembra comunque andare per il verso giusto, dopo le tante voci estive. "La Juve mi voleva fortemente ed era arrivato il momento giusto di cambiare e provare una nuova avventura. Ora sto attraversando il mio massimo periodo di maturità calcistica", afferma il bosniaco dopo otto gol e nove assist, a due e tre dal record dell'anno scorso. Il suo rendimento cresce con la squadra: "Col tempo ci capiamo maggiormente, concediamo poco, è una squadra in forma, la nostra. Abbiamo la maturità di sapere quando pressare e quando difendere la porta, credo che anche Allegri sia contento del nostro lavoro".
A proposito di giocatori e trasferimenti chiacchierati, non poteva che essere Gonzalo Higuain uno dei migliori attaccanti della Serie A - affiancato peraltro da Paulo Dybala. I suoi novanta milioni, le critiche sulle difficoltà iniziali, poi l'esplosione e gli otto gol nelle ultime sei partite, con diciotto punti portati alla sua squadra con i quindici gol. "Arrivare in una squadra simile per me è stato uno dei massimi traguardi, voglio ripetere quanto di buono fatto nell'anno scorso. Anche se proveremo a vincere la Champions. Questa mentalità della Juve è quella della mia carriera". Anche lui, come i compagni, guarda verso il futuro, con un premio in più in bacheca, ma con l'obiettivo di raggiungerne di più prestigiosi a livello di squadra.