Che la partita fosse estremamente difficile si sapeva, quindi non è il caso di fare allarmismi. È evidente però come l'Udinese abbia messo in mostra diversi limiti nel big match contro la Roma, che con uno 0-1 ha sancito la seconda sconfitta consecutiva per la truppa di Delneri. Sin dal fischio ci si è accorti che la squadra di Spalletti non era venuta al Friuli (Dacia Arena) per lasciare giocare i padroni di casa, cosa che invece aveva fatto l'Inter. Trame fitte e rapidissime, con tante sovrapposizioni sulle fasce. In particolare la catena Bruno Peres-Nainggolan è stata attivissima, mentre invece quella Emerson Palmieri-El Sharaawy ha creato qualche occasione in meno. Le zebrette sono entrate subito in affanno. Thereau e De Paul hanno fatto praticamente da terzini aggiuntivi per evitare che Samir e Faraoni ne uscissero matti, a centrocampo invece Kums e Fofana sono andati nel pallone più completo. Il risultato è presto detto. Prima Danilo si è perso Dzeko su un lancio millimetrico in area e ha dovuto ringraziare la giornata no del bosniaco. Poi al 12' Nainggolan ha calciato al volo in area: palla tra le gambe del capitano friulano e infine in rete. Il belga ha concretizzato uno schema banalissimo, dando palla sulla fascia e inserendosi in area. Il tracollo poteva essere totale quando al 18' la coppia Faraoni-Felipe ha pasticciato, con l'ex Inter che ha toccato con il braccio propiziando il penalty alla Roma. Dzeko ha però confermato di avere la luna storta, sparando il rigore in curva. Solo qui l'Udinese si è svegliata.
Passato l'horror vacui dei primi venti minuti, le zebrette hanno deciso di iniziare a riempire la propria prestazione. Faraoni e Samir hanno cominciato a prendere le misure degli esterni romanisti, liberando almeno un po' dal lavoro difensivo Thereau e De Paul, che hanno potuto così far salire la squadra. Reazione immediata. Prima Szczęsny con un riflesso felino ha negato la gioia del gol a Felipe, poi respinto il missile di De Paul. Anche nella riscossa dei bianconeri però si sono visti dei limiti. Soliti affanni nella fase offensiva. Duvàn Zapata è sembrato appesantito e anche stavolta ha sfornato una prestazione opaca, non trovando mai la porta e non aiutando quasi mai i suoi compagni a trovare il varco giusto per colpire. Già di solito ci sono difficoltà a buttarla dentro, se poi, a un centrocampo messo alle strette dalla qualità della Lupa, ci aggiungiamo un centroavanti che non gira, le cose si fanno difficili. Infatti gli spunti migliori li ha trovati De Paul, che stavolta ha fatto l'anarchico perchè semplicemente non è stato aiutato. Proprio l'argentino è stato l'elemento che ha causato più grattacapi alla Roma, mettendo in mezzo magari anche la palla giusta, ma Thereau e il Panterone non hanno carburato e quindi la casella dei gol è rimasta inchiodata di nuovo sullo zero. I gol di un attaccante mancano da tre partite, precisamente dal 2-0 al Crotone, stabilito dalla doppietta di Thereau. Poi il francese ha iniziato ad avere problemi al ginocchio, allenandosi di meno. Delneri lo ha schierato sempre e comunque perchè è il leader, ma il suo calo nella zona calda si è visto e con lui è andata in panne tutta la fase offensiva dell'Udinese. Questo limite attualmente rende veramente arduo pensare a qualcosa di più rispetto alle sconfitte onorevoli contro le big. Ci sta che contro la seconda in classifica la difesa ci metta un po' a capirci qualcosa, così come è evidente che, se il centrocampo di fronte si ritrova dei campioni, la zona nevralgica possa essere dominata dagli avversari. È meno accettabile che, una volta superato lo spaesamento (anche se non dovrebbe esserci) inziale, la squadra fatichi comunque a mettere in piedi delle vere trame pericolose. Perchè la Roma dal rigore fallito in poi non è stata irreprensibile, anzi, ha lasciato i margini per il pareggio delle zebrette, che però non sono di nuovo state in grado di dare la "spallata" citata da Delneri nel post partita.
Il tecnico nel secondo tempo le ha provate tutte, ma senza successo. Prima ha inserito anche Perica per un 4-2-4, ma il croato non si trova con Duvàn Zapata e in questo match è arrivata la conferma. La cosa è stata emblematica quando l'ex Chelsea ha chiesto al limite dell'area la palla sui piedi, per eludere il terzino, mentre invece il colombiano gliel'ha data filtrante, buttando via la sfera. Delneri sa che i suoi due centravanti non possono coesistere. Così è tornato sui suoi passi, togliendo il Panterone per Hallfredsson e rimettendo il 4-3-3. L'islandese ha dato fiato al centrocampo, che stava di nuovo schricchiolando davanti a Nainggolan ed El Sharaawy. Così Il tecnico ha deciso di fare un nuovo esperimento. Si è tornati a 4 davanti, con l'inserimento di Ewandro per Kums. La squadra però è entrata in confusione all'ennesimo cambio di modulo e l'efficacia dei friulani è scesa, fino a toccare lo zero. Buoni segnali comunque dal brasiliano, che ha messo in mostra tocchi molto interessanti. Per il futuro è un'arma che forse meriterebbe più considerazione. Anche Delneri dunque avrebbe potuto gestire con meno frenesia i cambi. Però i mezzi a propria disposizione vanno ogni tanto sperimentati per conoscerne l'efficacia e questa partita ha confermato svariati dubbi del tecnico, che, come detto in conferenza stampa, farà tesoro, come i giocatori, di questa sconfitta. Non c'è tempo infatti per fermarsi a pensare troppo. Domenica si va ad Empoli, per una partita in cui stavolta sì che non si possono fare certi errori, dato che sarà uno scontro salvezza. L'Udinese nel 2017 è rimasta ferma a 25 punti "grazie" alle sconfitte contro Inter e Roma. Nulla di grave, era da mettere in conto, si sapeva e il margine con il terzultimo posto è rimasto invariato e decisamente corposo. Per una squadra appena uscita da un periodo buio la vittoria però è fondamentale. L'ottima prestazione contro i nerazzurri e quanto successo contro i giallorossi devono diventare ulteriore esperienza per i tanti i giovani in rosa (come Fofana, Jankto e Samir), in modo da continuare il processo di crescita. Ora testa ad Empoli, dove lì sì che conterà fare punti.