La Juventus campione d'inverno incappa nella prima sconfitta dell'anno solare (la quarta in campionato) ad opera della Fiorentina. Al Franchi, la squadra allenata da Paulo Sousa vince 2-1 e conquista tre punti importanti per la corsa all'Europa, oltre a ritrovare la vittoria casalinga contro i rivali che mancava da quattro anni.
La sconfitta di ieri sera rappresenta un campanello d'allarme per Massimiliano Allegri: i suoi giocatori sono risultati inesistenti per quasi tutti i novanta minuti di gioco. Una sconfitta meritata poiché i ragazzi in maglia bianconera hanno giocato una brutta partita, trovandosi di fronte ad una Fiorentina propositiva e dominatrice del gioco. Il tecnico della capolista ha deciso di tornare alle origini, optando per il 3-5-2 di inizio stagione. Tale assetto tattico non ha prodotto buoni risultati dal punto di vista del gioco. Il motivo scatenante è stato soprattutto il centrocampo: i tre mediani Marchisio, Khedira e Sturaro non hanno creato nulla, rincorrendo gli avversari per tutto il primo tempo. La mancanza di una fase di costruzione si è sentita anche sugli esterni, poiché Cuadrado e Sandro non hanno ricevuto alcuna palla dalla metà campo e non sono stati liberi di spingere. Allo stesso modo l'attacco ha sofferto le lacune in fase di impostazione, così Dybala e Higuain sono stati spinti al sacrificio, costretti ad andare personalmente a recuperare palloni. Proprio la Joya ha giocato tutta la serata in posizione più arretrata rispetto al compagno di reparto, quasi ricoprendo il ruolo di trequartista. Per questo motivo, il numero 21 zebrato si è trovato molto in difficoltà e non è riuscito a mostrare le giocate che lo caratterizzano. Per fare un appunto, è stata fondamentale l'assenza di Miralem Pjanic: il gioco del bosniaco è indispensabile, poiché riesce bene a spedire in fase offensiva i palloni provenienti dalla mediana.
Con la Juve in affanno, la Viola ha giocato i primi quarantacinque minuti con grande intensità. Infatti, i giocatori toscani hanno bloccato l'intera manovra degli avversari rinchiudendoli nella propria metà campo; in secondo luogo, sono stati bravi nello sfruttare gli errori della retroguardia come in occasione del primo gol segnato da Kalinic (37'). Nella ripresa, Allegri ha ridisegnato la Juve con il passaggio al 4-2-3-1: al 62', Pjaca ha rilevato Sturaro e si è posizionato in linea con Cuadrado e Dybala; Alex Sandro è stato retrocesso in difesa come terzino sinistro, Chiellini ha coperto l'altra fascia. Il nuovo accorgimento tattico non ha cambiato le sorti del gioco e i padroni di casa ne hanno approfittato allargando il vantaggio iniziale con la rocambolesca traiettoria di Badelj (54'). Il problema della Signora non è stato tattico, ma mentale: non c'è stata forza di volontà e, di conseguenza, reazione. L'unico che ha cercato di spaventare gli avversari è stato Higuain, il quale riaperto il risultato pochi minuti dopo il 2-0 della Fiorentina (58'). In seguito al gol del Pipita, Madama ha reagito timidamente. Allegri ha tentato il tutto per tutto togliendo un difensore, Barzagli, e inserendo un attaccante, Mandzukic, impostando un atteggiamento decisamente molto offensivo. Negli ultimi dieci minuti del match, la Juve si è trasformata in uno strano 3-2-5, con Khedira e il nuovo entrato Rincon al posto di Marchisio in mediana, poi Cuadrado, Pjaca e Dybala a sostegno delle punte Mandzukic e Higuain. Altro errore di impostazione per il tecnico juventino poiché ha sbilanciato troppo la sua squadra, venendo a mancare un raccordo tra difesa e attacco che facesse fluire la manovra. Così nel finale di gara, la Fiorentina è corsa ai ripari chiudendosi a riccio nella propria area di rigore; i giocatori ospiti hanno attaccato disperatamente ma non sono riusciti a sorprendere gli avversari.