Dopo le tante polemiche piombate su Pepe Reina e sul Napoli in generale dopo la partita di sabato sera contro la Sampdoria al S.Paolo, vinta in rimonta per 2 a 1 dagli azzurri, complice soprattutto l'espulsione di Silvestre provocata dalla "malizia" del numero 1 partenopeo, è già tempo di scendere di nuovo in campo. Le luci del S.Paolo si accenderanno di nuovo questa sera alle 20 e 45 per il match fra Napoli e Spezia, valevole per il passaggio ai quarti di finale (da disputare contro la vincente nella sfida fra Chievo e Fiorentina) della Coppa Italia 2016/2017.
Mister Sarri, con tutta probabilità, opterà per un ampio turnover concedendo una possibilità ai calciatori meno impiegati sino a questo momento, da Rog a Giaccherini, passando per Maksimovic e Christian Maggio. Unico dubbio: la scelta dell'estremo difensore, da effettuare fra Rafael ed il prodotto del vivaio Luigi Sepe, l'anno scorso a Firenze a fare da secondo a Tatarusanu e tornato in estate per prendersi il ruolo da vice nella sua città.
Difficile per ora stabilire chi potrà essere impiegato al posto di Reina, sebbene filtri ottimismo per la candidatura di Sepe. Ad ogni modo, poche squadra possono contare su un terzetto di portieri del genere, tutti titolari per almeno una stagione in Serie A. Situazione paradossale se si pensa sia alle numerosissime critiche ricevute da Reina negli scorsi mesi per qualche defezione di troppo, comunque mai culminate in un'esclusione dagli 11 titolari del portiere ex-Liverpool, sia, soprattutto, allo spreco in termini di qualità e risorse economiche (Rafael, ad esempio, percepisce uno stipendio da oltre un milione l'anno). Esulando per un momento da qualsiasi discorso prettamente economico, è bene concentrarsi su quelle che sono le qualità tecniche dei due vice-Reina azzurri, e sul perchè l'impiego di uno piuttosto che dell'altro sarebbe sempre più che giustificabile.
I tifosi azzurri negli ultimi due anni hanno avuto modo di apprezzare pregi e difetti di Rafael, 25enne portiere brasiliano ex-Santos, più volte definito un predestinato in patria. E le aspettative sembravano tutt'altro che mal riposte. Dopo la Libertadores vinta, il brasiliano si accasa al Napoli e durante il primo anno di permanenza, da vice-Reina, mette in mostra tutte le sue qualità: esplosività, reattività e lettura delle uscite basse le sue doti tecniche migliori. Il primo anno azzurro è ottimo, complici anche i numerosi infortuni a Reina che gli consentono di scendere in campo in numerose occasioni senza però mai avere la pressione della titolarità. Il momento più alto è la partita contro lo Swansea in Europa League, terminata 0 a 0 grazie soprattutto a diversi interventi prodigiosi, prima dell'infortunio, occorso nella stessa partita, che lo terrà fuori dal campo per diversi mesi. Al suo rientro, con Reina accasatosi al Bayern Monaco, tutti i difetti, ben nascosti nelle prime apparizioni, e la fragilità emotiva (un simil-caso Gabbiadini) vengono fuori, con prove negative alternate a brevi momenti di luce, troppo pochi e troppo sparsi. Lo scempio di Bilbao, in collaborazione con Albiol e Maggio, e il gol preso da 50 metri da Lazaar a Palermo i momenti più duri della sua esperienza in azzurro. In mezzo, la partita della vita in Supercoppa contro la Juventus, con quel rigore parato a Pereyra che, comunque vada, lo consegnerà per sempre nella memoria dei tifosi azzurri. Ad inizio 2015 perde il posto da titolare a discapito di Mariano Andujar, arrivato in estate dal Catania, e non lo ritroverà mai più, sino ad oggi. La mancanza di leadership, abbinata a degli svarioni sulle palle alte ed, in generale, su tutte le conclusioni tese, ne hanno sin'ora compromesso l'esplosione in azzurro. Nel pre-campionato più volte è stato utilizzato da Sarri nelle amichevoli, al posto di Sepe, motivo per il quale un suo impiego stasera non sarebbe da escludere, ma sembra essere ormai rilegato al ruolo di terzo di extra-lusso.
Luigi Sepe, come detto, è invece tornato a Napoli dopo anni di pellegrinaggio in Toscana, fra Empoli e Firenze. Proprio ad Empoli ha avuto modo di essere alle dipendenze di Maurizio Sarri, conquistandosi la stima e l'affetto dell'allenatore toscano che ne ha avallato con piacere un rientro a casa, a Napoli. Se Rafael manca di leadership e difetta nelle uscite alte, di Sepe non può dirsi sicuramente altrettanto: il carattere forte e la sicurezza tra i pali sono i suoi tratti distintivi. Qualche piccola indecisione ad Empoli nella gestione delle situazioni delicate e su qualche conclusione rasoterra, a dire il vero, c'è stata, ma ad oggi sembra proprio lui il vice-Reina più accreditato, per carattere ed eredità tecnica. I margini di miglioramento sono evidenti e l'anno e mezzo trascorso in panchina non avrà sicuramente aiutato il nativo di Torre del Greco. Stasera, con tutta probabilità, avrà la possibilità di mettere in mostra tutte le sue qualità tecniche e soprattutto fisiche (queste ultime decisamente fuori dal comune), in una situazione che si presenta come un'arma a doppio taglio: da un lato una prestazione positiva potrebbe lanciarne la candidatura forte ad un posto da titolare nelle occasioni in cui Reina potrebbe non essere al 100% della forma, dall'altro una prestazione negativa potrebbe relegarlo al ruolo di terzo portiere, a discapito di un Rafael comunque sempre desideroso di giocarsi le sue chances, decretando sostanzialmente la fine della sua avventura in azzurro, viste le dichiarazioni, a più riprese, del suo agente: Sepe è in azzurro per fare momentaneamente il secondo a Pepe Reina. Altrimenti, si cambia subito aria.
Napoli-Spezia di questa sera non sarà quindi una partita di cartello, ma il microcosmo azzurro è in subbuglio e quella di stasera è un'occasione importante per sistemare più di qualche problema e per far trovare la condizione a diversi elementi che potrebbero tornare molto utili nel prosieguo della stagione. Occhi aperti, dunque. Soprattutto in porta.