Torna il campionato e, domenica sera, la Juventus di Massimiliano Allegri sfiderà il Bologna nel posticipo. L'allenatore dei bianconeri dovrebbe schierare i suoi uomini con il 4-3-1-2, modulo e soluzione che ha fatto discutere e non poco in questi giorni. Lo stesso modulo venne utilizzato nell'ultimo precedente contro i felsinei, nello 0-0 al Dall'Ara​ dello scorso febbraio. Il livornese, durante quella partita, mutò l'assetto tattico come sta avvenendo anche nelle ultime partite dell'attuale stagione (vedi la gara di Supercoppa): ma che cosa cambiò il tecnico bianconero un anno fa e come potrebbe giocare nella prossima gara?

Come giocava la Juve nella gara del 2016

Il club torinese aveva appena riconquistato la testa della classifica, dopo aver vinto lo scontro diretto col Napoli in un incontro deciso dal guizzo di Simone Zaza e si apprestava ad un'altra battaglia: la doppia sfida di Champions League contro il Bayern Monaco. Ciò spinse Allegri a risparmiare, per la trasferta in Emilia, alcuni dei titolari (tra i quali Dybala). Il 4-3-1-2 juventino era così composto: Buffon tra i pali; difesa a quattro con Bonucci e Barzagli al centro e Lichtsteiner ed Evra come terzini; a centrocampo, Marchisio in cabina di regia, Sturaro e Pogba a completamento della mediana e Pereyra a supporto del tandem offensivo Zaza-Morata. Durante la partita, il tecnico dei campioni d'Italia, decise di sostituire Pereyra con Cuadrado trasformando il sistema di gioco della squadra ospite. Con l'ingresso del colombiano, la Juve passava ad un più comune 4-4-2 che in realtà apriva a diverse variazioni.

Il tutto a causa della duttilità tecnica del centrocampista colombiano, il quale poteva essere schierato in vari modi: interno di centrocampo in modo da contribuire, insieme a Pogba, alla fase di costruzione con il compito di fornire palloni agli attaccanti; esterno alto, diventando un terzo attaccante da affiancare a Zaza e Morata. Occhio anche a Pogba: l'attuale centrocampista del Manchester United poteva anche essere spostato a piacimento sulla trequarti, diventando un punto di raccordo tra centrocampo e attacco; in questo modo, Cuadrado andava a formare la mediana con Sturaro e Marchisio (quest'ultimo posizionato più basso).

Juan Cuadrado in azione nella gara del Dall'Ara dello scorso campionato. Foto: ANSA

Come giocherà la Juve domenica​

​La partita di domenica è altrettanto importante per i cinque volte campioni d'Italia: l'ambiente juventino deve smaltire la delusione per la sconfitta col Milan a Doha, che ha tolto la possibilità ai bianconeri di conquistare il primo trofeo stagionale. Come già detto precedentemente, il club torinese riproporrà il 4-3-1-2 di un anno fa. Stavolta sarà l'ex romanista Miralem Pjanic a stazionare sulla trequarti a sostegno delle punte Mandzukic e Higuain. Anche quest'anno Dybala partirà in panchina, ma Allegri potrebbe utilizzarlo durante l'incontro. Il tecnico bianconero potrebbe utilizzare la Joya ​come trequartista a gara in corso, a seconda delle necessità e della situazione di punteggio, rilevando Pjanic e rimanendo fedele allo schema di partenza: tale scelta, però, può essere anche controproducente poiché Dybala è più un attaccante che un centrocampista e non ha le abilità tecniche necessarie per svolgere anche la fase difensiva. 

Trequartista oppure terzo attaccante sono le diverse possibilità con cui potrebbe essere impiegato Paulo Dybala nella gara di domenica. Foto: ANSA

Più probabile che il numero 21 juventino possa essere sperimentato nel super tridente con Mandzukic e Higuain. Sia il croato che il Pipita​ sono dei bomber di razza, capaci di segnare in qualsiasi momento; con l'aggiunta dell'ex Palermo viene data più fantasia ed imprevedibilità in fase di realizzazione. Difficile, quindi, il ritorno al 4-4-2 dell'ultima visita a Bologna almeno che non si decida di spostare Pjanic nella linea di centrocampo così da formare con Sturaro una coppia di interni; Khedira e Marchisio potrebbero essere abbassati davanti alla difesa. Sia il bosniaco che l'azzurro sono molto utili durante la costruzione del gioco; il primo è più abile nel controllo palla, mentre il secondo può effettuare anche pericolosi inserimenti nell'area avversaria.