Quarantacinque minuti, qualche accelerata, tanta corsa condita da applauditissimi recuperi difensivi, una lucidità che non è ancora quella dei tempi migliori: così, davanti a una folla davvero inusuale per un'amichevole (10 mila persona sugli spalti dell'Olimpico Grande Torino), Juan Manuel Iturbe si è presentato a Mihajlovic, ai suoi nuovi compagni e ai suoi nuovi tifosi. Un test in chiaroscuro, quello dei granata, che hanno avuto la meglio sul Monza, formazione militante nel girone B del campionato di Serie D, con uno striminzito 1-0 (di Obi la firma decisiva). Quello di ieri era però soprattutto, come detto, il cosiddetto "Iturbe Day", la prima uscita a tinte granata del primo colpo di questo mercato invernale del Torino.
Un acquisto, quello del paraguaiano, che va a rimpolpare il reparto granata che era forse quello meno bisognoso di innesti, quell'attacco che nella prima parte di stagione si è consolidato tra i più prolifici del torneo. Tuttavia, Iturbe potrà comunque tornare utile a Mihajlovic: l'ex Verona ha caratteristiche uniche nel parco attaccanti granata e offrirà al tecnico serbo ulteriori alternative in un reparto già decisamente assortito. Andiamo quindi a scoprire come e dove Iturbe potrà inserirsi, nel contesto tattico granata.
Innanzitutto, è scontato che il paraguaiano andrà ad occupare, quando sarà schierato, una delle due caselle esterne del tridente. Nella stagione migliore della sua carriera, quella con l'Hellas Verona, Iturbe fece sfracelli partendo da destra, accentrandosi per poi andare al tiro o per cercare l'ultimo passaggio, soluzione che in quel 2013-2014 trovò con sorprendente efficacia (per informazioni, chiedere a Luca Toni, principale beneficiario degli assist). Il ruolo che verrebbe spontaneo assegnare a Iturbe, nel Toro, sarebbe quindi quello di primo ricambio per Iago Falque, titolare indiscusso della corsia destra dell'attacco granata in questa prima parte di stagione. Rispetto allo spagnolo, l'ex Verona garantirebbe probabilmente meno qualità tecnica in senso stretto, ma più esplosività, più velocità in fase di ripartenza: in questo senso, Iturbe potrebbe tornare utile più contro le big, piuttosto che contro squadre di medio-bassa caratura. Insomma, se il Toro dovrà fare la partita, meglio Iago Falque, mentre se il Toro si trovasse a dover attendere e ripartire, Iturbe diventerebbe un'arma importantissima e potenzialmente devastante.
Difficile, però, pensare che il paraguaiano abbia accettato il trasferimento in granata accontentendosi di essere un semplice ricambio per Iago Falque. Mihajlovic, inoltre, ha fortemente voluto Iturbe anche per aumentare la concorrenza là davanti, per utilizzarlo come "pungolo" nei confronti dei suoi titolari, Ljajic su tutti: il serbo, ancor più di Iago Falque, ha indubbiamente qualcosa in più sotto l'aspetto squisitamente qualitativo, rispetto all'ex Hellas, ma in questa prima parte di campionato ha alternato sprazzi di classe purissima e cristallina a lunghe pause. L'arrivo in granata di Iturbe, quindi, nelle intenzioni di Mihajlovic dovrà fungere anche da stimolo nei confronti dei titolari, spronandoli a non adagiarsi mai, costruendo in loro la consapevolezza che, ora sì, le alternative all'altezza ci sono. Proprio per questo motivo, e in considerazione di quell'esuberanza fisica già citata in precedenza, quindi, Iturbe potrebbe trovare spazio anche sull'out di sinistra (al posto di Ljajic, per l'appunto). Se finora Mihajlovic ha quasi sempre optato per gli esterni "a piede invertito", con Iturbe non sarebbe una sorpresa assistere ad un'inversione di tendenza, con il paraguaiano sistemato proprio a sinistra, messo in condizione di sfogare sulla corsia le sue accelerazioni, per poi offrire preziosi traversoni verso Belotti e verso gli inserimenti dei centrocampisti, Baselli e Benassi su tutti, due che il vizio del gol hanno già dimostrato di avercelo.
Iturbe, a prescindere dalla collocazione tattica, offrirà comunque ulteriori alternative a Mihajlovic anche solamente per le sue caratteristiche individuali, come sottolineato in apertura di articolo diverse da quelle degli altri elementi già a disposizione del tecnico granata: se Ljajic è la tecnica allo stato puro, se Iago Falque è l'intelligenza tattica, se Boyè è l'incoscienza giovanile, Iturbe può mettere al servizio del Toro la sua esuberanza fisica, quelle debordanti accelerazioni spacca-difese con le quali aveva strabiliato l'Italia nella straordinaria stagione scaligera. Perchè questo accada, però, è necessaria una condizione: lui, Iturbe, deve riuscire a scrollarsi di dosso la ruggine di due stagioni da oggetto misterioso, le insicurezze accumulate tra Roma e Bournemouth, per tornare ad essere il "crack" per il quale i giallorossi, solamente due estati orsono, avevano sborsato quasi 30 milioni di euro.