Il 2016, per il Torino, è stato l'anno del passaggio di consegne tra Ventura e Mihajlovic: dopo un regno durato cinque anni il tecnico genovese ha chiuso la sua avventura granata vestendosi d'azzurro e lasciando il suo posto al serbo. Se dovessimo sintetizzare in modo estremo l'anno granata sarebbe questa l'immagine da scegliere, questo il momento più significativo per raccontare questi dodici mesi di Toro. C'è però stato di più, in questo 2016 diviso a metà tra le stagioni 2015-2016 e 2016-2017. Il 2016, quello del Toro, è stato caratterizzato da profondi cambiamenti nell'ambiente granata, un anno di grandi novità, un anno di luci e ombre: abbiamo scelto dieci momenti chiave per raccontare attraverso le immagini questi ultimi dodici mesi di Toro.
1. Lo strappo con Quagliarella - 6 gennaio
E' il giorno dell'Epifania, il Toro di Ventura scende al San Paolo per affrontare il Napoli di Sarri. Insigne firma il vantaggio partenopeo con una magia al 14', poi Ghoulam, al 32', stende Bruno Peres in area, è rigore. Sul dischetto si presenta Quagliarella, che batte Reina e fa 1-1. L'attaccante di Castellammare di Stabia, come di consueto contro le sue ex squadre, non esulta: si rivolge verso la curva napoletana e unisce le mani come a chiedere scusa ai suoi ex tifosi. E' il definitivo strappo tra Quagliarella e la curva granata, che non lo perdona: uno strappo insanabile che porterà all'addio dell'attaccante ex Udinese, che si accaserà alla Sampdoria.
2. L'illusione - 16 gennaio
Dopo un girone d'andata deludente, la seconda parte del campionato 2015-2016 del Torino si apre con il sorriso. Nel giorno del secondo esordio in granata del "figliol prodigo" Ciro Immobile il Toro vince, convince e diverte contro il Frosinone davanti al pubblico amico. Proprio Immobile sblocca su rigore, una doppietta di Belotti risponde al momentaneo 1-1 di Sammarco, l'autogol di Avelar mette qualche brivido, ma Benassi, nel finale, fissa il punteggio sul 4-2. Un risultato che lascia filtrare ottimismo in vista del girone di ritorno: sarà solo un'illusione.
3. Il punto più basso - 13 marzo
Nei due mesi successivi alla vittoria contro il Frosinone, il Toro centra i 3 punti solo a Palermo (1-3, doppietta di Immobile) raccogliendo delusioni nelle restanti gare. Il punto più basso a Genova, in casa del Genoa, il 13 marzo. Un'altra doppietta di Immobile sembra spianare la strada ai granata, ma il grande ex Cerci suona la carica e lancia la rimonta del Grifone segnando per due volte dal dischetto. Rigoni, nella ripresa, completa il sorpasso: il Genoa vince 3-2, il Toro, ora, rischia grosso e si ritrova invischiato nella lotta per non retrocedere.
4. Luci di primavera - 3/30 aprile
Dopo essere finito sull'orlo del baratro e aver perso il derby casalingo per 4-1, ad aprile il Toro rialza la testa e va a prendersi i punti decisivi per la salvezza con quattro vittorie in sei gare. Apre la serie il colpo grosso a San Siro contro l'Inter (1-2, a segno Molinaro e Belotti), cui fanno seguito l'1-0 a Bologna, firmato ancora dal Gallo, e il 2-1 interno all'Atalanta (Bruno Peres e Maxi Lopez i marcatori). Il Toro, poi, cade a Roma contro i giallorossi di uno scatenato Totti (3-2) e in casa contro il Sassuolo (1-3), nel giorno della "prima" dello stadio "Grande Torino". La definitiva tranquillità arriva con il roboante 5-1 esterno all'Udinese del 30 aprile: Jansson, Acquah, doppio Martinez e Belotti, il Toro è salvo.
5. La fine di un'era - 26 maggio
Sono le ore 13 del 26 maggio 2016, al Torino si apre ufficialmente una nuova era. Formalizzato l'addio a Giampiero Ventura, è ufficiale l'accordo con Sinisa Mihajlovic. Al serbo il compito di raccogliere un'eredità importante, quella del nuovo Ct azzurro, che malgrado un'ultima stagione non esaltante si è ritagliato un posto rilevante nella storia granata: Ventura ha riportato il Torino stabilmente in Serie A, ha permesso ai granata di riassaporare l'Europa, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla leggendaria notte di Bilbao. E ancora, Ventura ha ridato ai tifosi granata la gioia di una vittoria nel derby, con lui il Torino è tornato a fornire giocatori alla nazionale. Per Mihajlovic, insomma, il compito non è semplice.
6. La rivoluzione estiva
L'approdo di Mihajlovic all'ombra della Mole rappresenta per l'ambiente granata una vera e propria rivoluzione: nel modo di rapportarsi con i media del serbo, distante anni luce da quello di Ventura, nella filosofia di gioco, nei metodi di allenamento, ed anche nella rosa. Quella del 2016 è per il Toro un'estate di frenetica attività sul mercato, un'estate di rivoluzione: lasciano colonne dell'era Ventura come Maksmovic, Glik, Gazzi e Bruno Peres, arrivano, tra gli altri, Iago Falque, Ljajic, Valdifiori, Hart e Castan. Il Toro che si presenta ai nastri di partenza della stagione 2016-2017 ha un volto totalmente nuovo, un volto, che ambisce all'Europa.
7. Una "prima amara" - 21 agosto
Dopo l'antipasto della Coppa Italia (comodo 4-1 alla Pro Vercelli), per la prima di campionato il Toro fa visita al Milan a San Siro. La gara è combattuta, i granata ne escono a mani vuote: una tripletta di Bacca regala i tre punti a Montella, Belotti e Baselli non bastano a Mihajlovic per mettere a segno lo "scherzetto" alla sua ex squadra. Proprio Belotti, all'ultimo respiro, fallisce il 3-3 dal dischetto contro un prodigioso Donnarumma. E' questo il Toro delle prima gare: una squadra ancora in fase di rodaggio, che "gira" solo a sprazzi, a cui ancora mancano l'intesa e i meccanismi per trovare continuità.
8. La svolta - 25 settembre
Dopo un periodo non facile, caratterizzato dai tantissimi infortuni, il Toro trova una vittoria importantissima in casa contro la Roma. E' una prestazione quasi perfetta, quella dei granata, che annichiliscono i giallorossi segnando quasi subito con Belotti, sfiorando a più riprese il raddoppio e trovandolo su rigore nella ripresa con Iago Falque. Totti, anche lui dal dischetto, accorcerà, ma ancora Iago ristabilirà le distanze fissando il 3-1 finale. E' la miglior recita del Toro di Mihajlovic, è il passo inaugurale di una fase ricca di gioie per i tifosi granata.
9. La macchina da gol - 5 novembre
Il 5 novembre il Cagliari viene spazzato via dall'uragano Torino: una doppietta di Belotti, unita alle reti di Ljajic, Benassi e Baselli, fissa lo score sul 5-1. Per i granata è un periodo dorato, la squadra di Mihajlovic trova la via della rete con sorprendente regolarità, il tridente Belotti-Iago-Ljajic è tra i più prolifici del torneo, secondo solo a quello della Roma formato da Dzeko, Salah e Perotti: l'Europa non è più un miraggio. Dopo la golaeada ai sardi arriveranno anche le vittorie con Crotone e Chievo, i granata busseranno addirittura alle porte dell'Europa che conta.
10. Si tira il fiato prima di Natale
Il 2016 del Toro si chiude con un periodo di flessione dopo tre mesi condotti a ritmi da Champions League. La sconfitta contro la Samp a Marassi apre la serie negativa, completata dal 3-1 patito nel derby contro la Juventus e dall'umiliante 5-3 di Napoli, k.o. molto più netto di quanto si potrebbe intuire dal risultato. Prima di Natale il guizzo di Belotti regala i tre punti contro il Genoa, ma l'impressione è netta e rimane invariata: al Toro questa sosta serviva come il pane, i ragazzi di Mihajlovic aveva un gran bisogno di tirare il fiato.