Sofferenza e gloria. Il Toro - al tappeto dopo le recenti sconfitte - rialza la testa. Nel fortino di casa, subisce per un tempo l'assedio di un Genoa propositivo, rischia il tracollo, ma regge di carattere. All'alba della ripresa, l'episodio che indirizza la sfida. Belotti punge Lamanna, l'undici granata esce dal guscio. Un gol che cancella le recenti difficoltà, che certifica il ritorno di Miha e del suo gruppo. I tre punti della tornata n.18, l'ultima prima della sosta, spingono il Torino a quota 28, record nell'era Cairo.
"Abbiamo fatto il record. Avevo detto ai miei ragazzi nell'intervallo che la notte può essere lunga. Ma che dopo torna sempre la luce. Per noi è arrivata nel secondo tempo, dopo il gol di Belotti".
"E' una vittoria fondamentale: per passare un buon Natale e per restare attaccati al carro Europa"
Un inizio in difetto, figlio di un difficile avvicinamento. Gol a grappoli, una difesa inerme, massima attenzione quindi a proteggere la porta di Hart, un'involontaria rinuncia ad offendere. Poi, con il passare dei minuti, un graduale cambio di passo.
"Eravamo impauriti e contratti. Ma credo fosse normale, perché venivamo da tre sconfitte consecutive. Ma siamo stati bravi a non subire gol e a rimanere concentrati".
Il tecnico analizza poi le prestazioni di Ljajic e Belotti. Dopo il battibecco con il talento di Novi Pazar, prove di avvicinamento. Ljajic cresce e Miha apprezza, senza abbassare la guardia.
Discorso diverso per Belotti, decisivo, ancora una volta. Prosegue l'ascesa del Gallo all'olimpo della massima serie.
(Ljajic) "Ha fatto bene, si è sacrificato molto e ha anche sfiorato il gol. Ma può fare ancora molto meglio".
(Belotti) "Ha segnato un gol da bomber. I grandi giocatori decidono le partite: e poi ha anche lottato come un leone".
Infine, un accenno ai limiti del Torino. Manca, rispetto alla striscia d'oro, lo spirito necessario. La squadra appare più morbida, non è in grado, come all'alba di stagione, di indirizzare gli eventi. Miha scuote il gruppo, per nobilitare la graduatoria occorre un'inversione di rotta, occorre riscoprire i principi che da sempre animano la Torino granata.
"Abbiamo perso cattiveria, rabbia e la voglia di recuperare palla nella metà campo avversaria. Ognuno di noi deve mostrare carattere. Ljajic ha fatto bene, si è sacrificato molto, si è reso pericoloso, ma può fare molto meglio. Ha anche sfiorato un gol. Bene, ma può fare molto meglio".