Forte non è chi non cade mai, ma chi dopo ogni caduta trova la forza di rialzarsi. Parole che per il Toro e per i suoi tifosi, nell'ultra-centenaria storia granata, sono diventate un mantra, un autentico stile di vita da tenere costantemente bene a mente. E quando la caduta è di quelle che fanno rumore, di quelle bruciano e lasciano lividi evidenti sulla pelle, rialzarsi diventa ancora più importante. Tradotto, quando si perde un derby, tornare immediatamente alla vittoria dimenticando diventa d'importanza capitale: per ripartire in classifica dopo un doppio capitombolo (prima del 2-1 patito con la Juve, il Toro aveva perso 2-0 a Marassi contro la Sampdoria), ma soprattutto per dimenticare e smaltire le scorie di un k.o., quello nella stracittadina, che scotta sempre un po' più degli altri.

Il compito del Torino di Mihajlovic, però, non è di quelli facili: il calendario, dopo i cugini bianconeri, mette infatti sulla strada dei granata un'altra big, il Napoli. Un Napoli parso fino a qualche settimana fa titubante, pallida copia di quello scintillante della scorsa stagione, un Napoli che però, nelle ultime gare, ha ritrovato lo smalto dei giorni migliori e arriva da due vittorie esaltanti; quella di Lisbona, valida per staccare il pass per gli ottavi di finale di Champions League, e quella di Cagliari, in cui i partenopei hanno sommerso i sardi sotto cinque reti. E' proprio l'attacco azzurro, tornato ad essere scoppiettante nella sua nuova veste che vede Dries Mertens utilizzato come "falso nueve", a preoccupare i granata, che viceversa hanno nella tenuta difensiva il tallone d'Achille principale. Servirà il miglior Toro, quindi, per far fronte all'esondante reparto offensivo di Sarri: serviranno concentrazione e attenzione, servirà fare tesoro degli errori commessi nel derby.

Serviranno lucidità e idee chiare, proprio come quelle di Mihajlovic, che ha pochi dubbi di formazione in vista della sfida del San Paolo. Tra i pali andrà Hart, superlativo nel derby, mentre in difesa, a dispetto di una prova non irreprensibile nella stracittadina, sarà confermato salvo sorprese il quartetto composto da Zappacosta, Rossettini, Castan e Barreca. A dirigere le operazioni in mediana l'ex Valdifiori, sedotto e abbandonato dal Napoli durante la scorsa stagione, mentre per i due posti da mezzala Mihajlovic si riserva l'unico dubbio: Benassi, Baselli e Acquah si giocheranno le due maglie disponibili. In avanti il tridente dei titolarissimi: Belotti, Ljajic e Iago Falque guideranno il Toro alla ricerca del colpaccio a Fuorigrotta.