L'attesa è quasi finita: domani pomeriggio alle ore 15 sul prato dello stadio Olimpico di Torino scatterà il 192° derby della Mole. Il primo per Sinisa Mihajlovic, il primo da quando l'impianto torinese ha assunto la denominazione di "Grande Torino". Una stracittadina attesissima anticipata da una settimana caldissima fatta di polemiche (ai granata non è piaciuta la designazione di Rocchi come direttore di gara) e di sani sfottò (le due tifoserie si sono date battaglia a suon di striscioni apparsi in città). Il tecnico serbo, come sempre, ha deciso di ignorare la banalità esordendo così nella conferenza pre-derby, affiancato da alcuni "ospiti" particolari: "Oggi ho portato alcune persone che domani giocheranno insieme a noi. Si tratta di Renato Cornaglia detto “Socrates”, 60 anni, da sempre tifoso del Toro: ha visto l’ultimo scudetto, le retrocessioni, e non ha mai rinnegato il suo amore per il Toro. Domani anche se non avrà gli scarpini, giocherà insieme a noi. E poi c’è Luca Finetto, magazziniere che ci accompagna nel lavoro quotidiano. Anche lui domani giocherà con noi perchè i nostri risultati non dipendono solo dalle parate di Hart e dai gol di Belotti. E poi ancora Amos Ferrini, il figlio di Giorgio, che ci ha ha lasciato troppo presto, ma guarda da lassù tutte le nostre partite. Infine c’è Marco Benassi, che anche lui si spera sarà in campo domani".
Una trovata originale, una trovata da Mihajlovic: "Tutto questo per far capire che domani la Juventus non giocherà solo contro undici giocatori ma contro tutta la gente del Toro e tutti coloro che lavorano con noi. Dovranno sudare le proverbiali sette camicie. - ha proseguito Miha - Non so come finirà il derby, ma so che noi domani usciremo a testa alta, giocando da Toro e dando tutto. Voglio solo fare una raccomandazione: voglio vedere domani un derby bello, pieno di intensità ma anche di correttezza. Perchè il derby non è una guerra. Il derby è essenza del calcio: c’è intensità, sforzo, sfottò, emozione, ma resta un gioco: che fa piangere e arrabbiarsi a volte, ma resta pur sempre un gioco". A parlare di derby e di Toro, poi, sono direttamente gli "ospiti" invitati da Mihajlovic in quest'insolita conferenza: si parla di attaccamento alla maglia, di valori antichi, di passione. Poi il tecnico serbo riprende la parola, la conferenza ritorna nei binari canonici e l'ex allenatore del Milan dice la sua sulla Juventus: "La Juventus è la squadra più forte. Hanno tanti giocatori di qualità, una grande società, giocatori con fisicità e qualità, una squadra aggressiva e pericolosa sulle palle alte. Noi dovremo fare una grande partita ma anche loro: non è un caso se abbiamo il terzo attacco in Italia. Anche loro si dovranno preoccupare di noi perchè abbiamo qualità. Boniperti diceva: vincere è l’unica cosa che conta. Per me invece quelo che conta è vedere la mia squadra giocare da Toro: perchè quando lo fa di solito vince. Dobbiamo giocare seguendo i nostri soliti principi. Per me il come si gioca è importante. E’ questo che voglio vedere. Noi dobbiamo giocare sempre dando tutto, giocando da uomini, con intensità, ambizione e coraggio".
Sceglie di toccare i tasti della motivazione, Mihajlovic, che parla da vero e proprio capo-popolo e alla domanda "Come vede la Juve?" risponde così: "Un dragone che quando gli tagli una testa gliene spuntano altre due. Io ho molto rispetto. Ma non paura. Faremo di tutto per batterli, e per toglierci questa soddisfazione usando la testa e applicando i nostri principi con lucidità, concentrati ognuno sul proprio compito". Di derby, in patria prima e in Italia poi, Mihajlovic ne ha vissuti tanti, sia da giocatore che da allenatore: "Io cerco sempre di essere lucido. Il derby è sempre una partita particolare, per tutti. Ma ho passato questi giorni tranquillo e sereno. Vivo il derby come ogni altra partita. Il derby è una delle partite più facili da preparare. Non c’è bisogno di caricare a pallettoni i giocatori. Perchè c’è il rischio che poi siano bloccati, al contrario. E’ una partita che vale tre punti e vogliamo prenderceli”. Mihajlovic, nonostante il divario tecnico con la Signora, ci crede, e crede fortemente nel valore dei suoi ragazzi: "La nostra forza è quella di essere aggressivi e pressare alto. Non cambieremo il nostro modo di giocare. Cercheremo di rubare palla prima possibile come sempre, per questo ci vorranno coraggio e convinzione, spero che domani i giocatori ce le avranno. Io speravo che la Juve non perdesse prima di venire qui. Anche senza giocare bene avevano vinto, sempre, sapevo che prima o poi avrebbero perso e speravo che l’occasione fosse il derby. Invece è successo col Genoa. Ma la stessa cosa è successa a noi a Marassi: dobbiamo dimostrare di essere una squadra che non perde due partite di fila. Ma al di là del risultato io voglio vedere prestazione e senso di appartenenza. Se ci saranno queste componenti, il risultato, qualunque esso sia, potrà essere accettato con più facilità". La sfida ai bianconeri, per la Torino granata, non è non sarà mai una semplice partita di pallone. Mihajlovic lo sa bene: "La prima cosa che mi hanno chiesto i tifosi quando sono arrivato a Roma è stata vincere il derby. Sicuramente il derby è una cosa importantissima, negli anni lì hanno migliorato nella mentalità nel senso di considerare anche le altre partite. Dobbiamo farlo anche noi, capendo che il derby è una partita fondamentale ma porta tre punti come tutte le altre. Dobbiamo quindi affrontarla nella maniera giusta, cercando di non accontentarci se dovessimo vincerla e di non andare nel panico se la perdessimo”.
Il tecnico serbo, però, non ha un buon ruolino di marcia da allenatore contro la Juventus: "E’ vero, ma col Milan l’ultima volta abbiamo giocato una buona partita, se c’era una squadra che doveva vincere era la nostra. Gli episodi hanno pesato. Ma non è per quella partita che io voglio vincere domani. Io ho grande rispetto per la Juventus e i motivi per cui voglio vincere li ho detti prima”. Il tecnico granata dribbla poi le domande sulla contestata designazione di Rocchi alla direzione della stracittadina: "Io ho piena fiducia negli arbitri italiani. Penso che Rocchi sia uno dei migliori. Se ci dovessero errori saranno fatti in buona fede. Possono sbagliare gli arbitri come noi. Dobbiamo lasciarlo sereno, se arbitra come sa lo farà bene. Non mi sono mai preoccupato degli arbitri. Penso che i direttori di gara italiani siano i migliori del mondo, noi dobbiamo pensare a noi stessi. Noi sicuramente non vinceremo o perderemo per colpa dell’arbitro. Non voglio alibi, dobbiamo essere concentrati su noi stessi". Focalizzandosi sugli aspetti tecnico-tattici di questa sfida, una chiave di lettura importante sarà senza dubbio la gestione dei palloni alti, tallone d'Achille granata e allo stesso tempo punto di forza bianconero: "Sappiamo che sono un problema, oggi ne parleremo coi ragazzi. Sappiamo che hanno chi batte bene le punizioni e chi salta bene di testa. Da Mandzukic a Rugani, a Chiellini, a Higuain e Khedira, sono tutti alti. Sicuramente hanno risolto tante partite anche tramite palle inattive. Quando una squadra è poco fisica soffre tanto quando difende tanto quando attacca. Infatti noi cerchiamo sempre di giocare palla a terra. Siamo l’ultima squadra in Italia per palle prese di testa. Tanto vale giocare palla a terra. Poi domani vedremo, magari proveremo anche a mettere qualche cross". Testa fredda, cuore caldo, per esaltare i propri pregi mascherando le proprie debolezze: è questo l'ordine di Miha al suo Toro.