"Il Chievo è un’ottima squadra che gioca bene, che sa difendere e ripartire. Gioca alla stessa maniera in casa e fuori, non hanno grandi flessioni. Per cui verranno qua per vincere. Noi dobbiamo far sentire loro l’effetto del nostro stadio, il Grande Torino. I miei ragazzi hanno una marcia in più, ma dobbiamo giocare bene perché non sarà facile. Loro sono tosti e meritano la massima concentrazione". Con queste parole Sinisa Mihajlovic presenta la sfida casalinga contro il Chievo, che scatterà domani alle ore 18. Nella tana dei granata, ancora imbattuti tra le mura amiche, arriverà una squadra che, dopo una partenza sprint, ha subìto une leggera flessione, ma che si è rilanciata con la vittoria di sabato scorso sul Cagliari. Una sfida, quella ai clivensi, alla quale peraltro il Torino arriva leggermente incerottato: "Belotti ieri stava un po’ meglio, stasera e domani mattina vediamo se sarà in grado di giocare. Barreca invece sta meglio” ha spiegato Mihajlovic. Quella di Belotti sarebbe un'assenza non di poco conto: nelle tre gare in cui il Torino ha dovuto fare a meno del capocannoniere del campionato sono arrivati due miseri punticini, sintomo di quanto il Gallo sia in grado di cambiare volto alla squadra.
La gara contro il Chievo sarà la prima di un ciclo, che comprende anche il derby, in cui il Torino testerà ancora una volta le proprie ambizioni, per capire se l'Europa è un obiettivo verosimile già da questa stagione: "Nelle prossime partite ci sarà un ciclo duro che testerà la nostra possibilità di stare in alto. Per questo vincendo con Chievo ti metti in una posizione tranquilla. Se perdi anche la vittoria di Crotone perde di significato. - commenta il tecnico serbo - Quello che voglio dai giocatori è l’atteggiamento, la prestazione. Non dobbiamo avere l’ansia si sbloccare le partite, ma ragionare e giocare come le abbiamo preparate". Partita di Crotone in cui il Toro, pur vincendo, non ha brillato: "L’ultima partita non ero contento perché non abbiamo fatto quanto dovevamo. Abbiamo creato poco nonostante un possesso di palla enorme, non avevamo la giusta intensità. Sapevamo che contro il Crotone non era facile perché loro non giocano, buttano palla in avanti e basta. Domani sarà simile, dobbiamo attaccare sulle seconde palle, la chiave della partita sarà quella. Se recuperiamo palloni possiamo fare male. Non ci serve un possesso di palla sterile, dobbiamo creare di più", questa l'analisi di Mihajlovic, che ha poi proseguito spiegando che "Serve essere più cinici e sfruttare le palle gol. Anche non giocando bene si può vincere, non si possono sempre fare 5 gol. Domani non sarà facile, ma sappiamo che se giochiamo con il nostro atteggiamento possiamo vincere”. Il tecnico serbo, poi, spazia con un'analisi a tutto tondo sui calciatori moderni e sul pianeta pallone in generale: "I miei giocatori sanno di essere dei ragazzi fortunati perché guadagnano facendo un lavoro che gli piace, il più bello del mondo. Devono sfruttare quei pochi anni per dare il meglio e il massimo possibile. Se crescono come uomini, cresceranno anche come giocatori. Al giorno d’oggi gli atleti sono più professionali dei miei tempi. L’unica cosa che è che comunicano poco. Una volta giocavamo a carte e parlavamo, loro si mandano i messaggini. E questo problema si riflette poi in campo dove comunichiamo ancora poco".
C'è spazio anche per una citazione su Pep Guardiola, un'istituzione per quanto riguarda la figura di allenatore: "Una volta andai a vedere una partita di Guardiola, poi andammo a mangiare insieme e lui mi disse: ‘Ho capito che questa era una grande partita perché i miei giocatori, senza che io dicessi niente, nei giorni scorsi si sono ritrovati per guardare le registrazioni degli avversari e li sentivo poi discutere in spogliatoio’. Questo è quello che intendo per passione. A me piace vedere ogni tipo di partita, - ha spiegato Miha - vado a vedere anche la Juve perché sono curioso, voglio capire come giocano tutte le squadre. E cerco di trasmetterlo ai miei giocatori, li riunisco per vedere i filmati, ecc perché più tempo passano insieme a parlare di calcio meglio è. Anche mezz’ora in più è importante". Inevitabili, poi, le domande su Belotti, e sulle cifre esorbitanti che hanno preso a circolargli intorno. Mihajlovic non si tira indietro e ribatte con la solita schiettezza: "Il valore di un giocatore lo fa il mercato. Tutte le cifre che ci sono adesso sono esagerate, per chiunque. Non penso che un giocatore possa valere 90-100 milioni, che si chiami Belotti o Pogba. Se fosse così dovrebbero fare 4 gol a partita e vincere da soli. Però se c’è qualcuno che li paga, si accomodi. Quelle cifre non sono valori reali. Mi dispiace perché se giocassi adesso varrei anche io 100 milioni (ride, ndr). L’importante su Belotti è che se un giorno andasse via (e spero rimanga almeno fino a quando ci sarò io al Torino!) paghino questi soldi così si rifà tutta la squadra". Situazioni che per ora, per fortuna di Mihajlovic e del Torino, rimangono comunque astratte: la concreta realtà, ora, si chiama Chievo.