Un anno fa, di questi tempi, Andrea Belotti era ancora alla ricerca del suo primo gol in granata. Per lui prestazioni modeste tendenti al disastroso: il solito encomiabile impegno già c'era, ma c'erano anche, e soprattutto, clamorosi gol sbagliati che lo trascinarono in una crisi d'identità bella e buona. A Torino c'era chi si chiedeva come fosse stato possibile spendere 8 milioni per quello che nei primi tre mesi in granata sembrava essersi rivelato un flop. Considerazioni che oggi, un anno e 25 reti più tardi (22 con il Toro, 3 in azzurro) fanno sorridere: dal 28 novembre del 2015 in poi, infatti, Belotti non s'è più fermato. E' in quella fredda sera autunnale che Torino e il Torino hanno scoperto il vero Gallo, è da quel gol contro il Bologna che l'attaccante ha iniziato la sua metamorfosi: da flop a capocannoniere della Serie A. Ventidue, come detto, le reti segnate da Belotti negli ultimi dodici mesi: in Italia solo Gonzalo Higuain, nel medesimo arco di tempo, ha fatto meglio, gonfiando la rete in 27 occasioni.
Ed è proprio al "Pipita" che Urbano Cairo ha fatto riferimento parlando del suo gioiellino, punta di diamante di un Toro che va di corsa: "Stiamo parlando per il suo prolungamento del contratto e per dargli un riconoscimento, - ha dichiarato il patron granata a Radio 24 - potrebbe esserci una clausola per l'estero. Per me Belotti vale una clausola altissima, come quella di Higuain". Cairo, insomma, vuole blindare la sua stella, o almeno provarci: si parla di un rinnovo fino al 2021 per un milione e mezzo di euro all'anno, quasi il doppio di quanto percepito attualmente da Belotti (800 mila euro). Il Toro ne parlerà in settimana con l'entourage del Gallo, ma a fare scalpore è la clausola rescissoria che, pare, le parti sarebbero intenzionate ad inserire nell'accordo: si parla di una cifra intorno ai 90 milioni, numero da capogiro, numero da vero top player. La clausola per l'estero citata in precedenza, poi, escluderebbe di fatto il mercato interno: l'impressione è insomma che se Belotti dovesse lasciare il Torino già in estate lo farà solo di fronte a proposte indecenti di qualche danaroso e potente club estero. Su tutti, è il Manchester United ad aver messo gli occhi sul numero 9 granata.
Al di là dei freddi numeri e delle sirene di mercato, però, colpisce un'altra dichiarazione di Urbano Cairo, rilasciata sempre a Radio 24: "Non ho mai pensato al prezzo di Belotti, perchè non ho mai pensato di venderlo. Deve crescere con noi" ha sentenziato il numero uno del Torino. Parole che vanno prese con le molle in un mondo, quello del calciomercato, spesso privo di logiche coerenti e in continuo e repentino mutamento. Resta però un fatto: se davvero il club granata riuscisse a trattenere Belotti, ci troveremmo di fronte ad una vera e propria svolta, ad un momento di netta rottura con il passato. Un passato recente in cui il Torino è diventato meta di passaggio, bottega di talenti da scovare, valorizzare e lanciare verso prestigiosi lidi: di esempi ce ne sono in quantità, da Ogbonna a Maksimovic, da Immobile a Darmian, passando per Glik, Cerci e Bruno Peres. Se davvero Cairo, questa volta, riuscisse a respingere gli assalti di chi vuole arrivare a Belotti, si potrebbe davvero parlare di un Toro finalmente grande, realmente ambizioso in ottica europea. Se Cairo riuscisse a resistere al tintinnìo dei milioni di chi vuole assicurarsi le reti del Gallo, per il Toro potrebbe essere davvero giunta l'ora del salto di qualità e della definitiva rinascita.