Una Juventus cinica, padrona, concreta e fluida domina il Pescara tra le mura amiche e conquista la vittoria numero 11 in 13 partite stagionali disputate, rafforzando il primato. Termina 3-0 il match casalingo contro i biancazzurri: le reti portano la firma di Khedira, Mandzukic ed Hernanes, un passivo pesante ma consono al divario tecnico tra le due compagini. I bianconeri chiudono l'ottima serata riuscendo a dare spazio anche al giovanissimo classe 2000 Kean nel finale.
Allegri, dopo le parole in conferenza stampa, decide di lasciare a riposo un paio di uomini chiave quali Pjanic e Marchisio: in mediana trova così spazio Asamoah, mentre in difesa con Rugani e Bonucci fa l'interno Evra. Davanti solita coppia pesante. Oddo decide di mettersi a specchio con il 5-3-2, di vocazione decisamente più difensiva di quello avversario: retroguardia in emergenza, c'è Zuparic e si stringe Biraghi. Davanti scelto Pettinari al fianco di Caprari.
Le prime battute tradiscono forse leggermente le aspettative, perchè i bianconeri subiscono l'ottimo atteggiamento ospite, ma ci mettono poco prima di ripristinare le gerarchie. La prima occasione capita ad Higuain al 17', un buon colpo di testa in anticipo sul primo palo con la palla che sfila di poco a lato, stessa sorte che tocca a una staffilata di Hernanes poco dopo. A metà frazione mette di nuovo la testa nella metà campo avversaria il Pescara, creando anche una buona opportunità per Caprari, che disturbato da Rugani calcia a lato da buona posizione.
Al 36' arriva il gol che sblocca la gara: uno-due delizioso tra Mandzukic e Khedira, il pallone di ritorno del croato è perfetto per l'inserimento dentro l'area del tedesco, il cui destro si insacca in diagonale alle spalle di un incolpevole Bizzarri. Realizzato il vantaggio, la Juventus acquisisce ulteriore fiducia e fluidità di gioco, mentre il Delfino va in calando, rinunciando quasi a giocare nella ripresa e causando la rabbia di Oddo, giustificata anche da quel che accade al 53', quando un superficiale Cristante perde palla favorendo Higuain, la cui conclusione a giro dai 25 metri lambisce la faccia esterna del palo.
Dall'ora di gioco in poi, dopo una mancata deviazione di Mandzukic sotto porta, è accademia Juve: Khedira e Higuain fuggono in contropiede, il tedesco serve un pallone non perfetto al Pipita, che deve allargarsi e concludere addosso a Bizzarri. Nessun campanello d'allarme però, perchè al 63' il croato si fa trovare pronto ancora in combinazione con Khedira, girando in rete da pochi passi la sponda di testa del compagno, innescata dal solito Alex Sandro, incontenibile a sinistra. Il sigillo arriva sei minuti dopo e lo firma Hernanes con un eccezionale destro dai 20 metri a fil di palo.
La partita perde a questo punto quasi totalmente di interesse, anche se qualche fiammata la regala ancora, soprattutto con il subentrato Sturaro, che ci prova con il destro trovando i pugni di Bizzarri e poco dopo manca una facile conclusione di testa, scegliendo un assist di petto. Nel finale da segnalare anche un salvataggio sulla linea di Evra a conclusione di un'azione confusa, anche se tutte le attenzioni sono per l'esordio di Moise Kean - il primo 2000 a giocare in Serie A - all'84'. Ad Allegri riesce dunque tutto: vincere dando riposo ad alcuni uomini chiave e dando spazio al baby più atteso. In casa Juve solo sorrisi.