Il ticchettio dell'orologio conta le ore al fatidico rientro in campo del giocatore probabilmente più importante; Massimiliano Allegri lo ascolta, ansioso di poter riavere il proprio gioiello, con tutte le conseguenze del caso. Le ultime quattro partite (e mezza) della Juventus hanno in linea di massima confermato la generale tendenza secondo cui con Dybala è tutto più facile. Certo, i numeri a primo acchito sembrano raccontare una storia differente (9 gol segnati in 4 partite), ma parlano anche di un gol subito a partita e poca lucidità in generale nelle giocate offensive, sostenute solo in parte dall'estro dei vari Pjanic, Cuadrado e Sandro. Ottenere 9 punti in tre gare senza la Joya in campionato è grasso che cola, ma non è tutto oro quel che luccica, e i numeri riportano alla luce una specie di ruggine già nota, ma ulteriormente confermata.

Il protagonista della storia è ovviamente Gonzalo Higuain. "E chi se no?", vien da pensare. Le statistiche raccontano poco del calcio, ma bastano per mandare piccoli segnali chiari e inequivocabili, forse anche ovvi: il Pipa, con Dybala a fianco, raddoppia il proprio contributo offensivo. Logico, a prima vista, eppure anche con Mandzukic la produzione è stata più che buona in termini di apporto alla squadra. L'argentino però si vede costretto ad arretrare il suo raggio d'azione, a percorrere più km, incrementando il proprio lavoro in fase di primo schermo e risultando comunque utilissimo ai meccanismi, ma perdendo d'efficacia in fase offensiva, come dimostra la seguente mappa delle hot-zone nella sfida interna con il Lione. Estremamente poche le azioni nel pieno dell'area avversaria.

Meglio invece funzionò in terra francese: la percentuale in quel caso fu del 17,14% rispetto al 10,81% precedente. Inutile dire quale delle due partite sia stata giocata con Dybala in campo, utile invece specificare che in nessuno dei due casi i bianconeri hanno brillato davvero, ma in termini di pericolosità del singolo la differenza è lampante. E avere un Higuain pericoloso è avere un'arma letale che al Municipal solo le parate di Lopes hanno parzialmente disinnescato.

Le poche azioni in area di Higuain quando è in coppia con Mandzukic sono la diretta conseguenza di un rientro alternato per dare manforte al centrocampo: le situazioni d'emergenza che Allegri si è trovato a fronteggiare lo hanno costretto alla scelta del doppio centravanti, inusuale per il 3-5-2 classico e ancor di più perchè costringe uno dei due attaccanti a turno a muoversi all'indietro, ragion per cui il tecnico ha poi optato per il passaggio più "definito" alla difesa a quattro. Meno palloni giocati dentro l'area per ciascuno, più lucidità necessaria per entrambi, ma i centravanti a cui è richiesto anche un lavoro diverso e inusuale rischiano di pagarla.

Questo è testimoniato dalla shot accuracy, la quale lascia poco spazio a repliche. Higuain, con il croato a fianco, tocca quota 40%, denunciando la chiara mancanza di lucidità sotto porta dovuta ai troppi movimenti richiesti dall'emergenza in avanti (aspetto che tocca anche Mandzukic), mentre con Dybala a fianco ha un'incredibile 68,18%, ovvero due tiri in porta di media ogni tre, e, continuando su questa falsariga, poco più di un gol ogni quattro conclusioni, se vanno a considerarsi anche i tiri bloccati. Insomma, il tesoro che Allegri ha per le mani è merce rara, e solo la sfortuna gli ha impedito di investirvi al meglio nelle ultime due settimane. Fortuna che da qui a marzo mancano ancora diversi mesi.