Domenica abbiamo assistito di nuovo ad una Juve che forse poco convince, ma che comunque vince. Allegri lo ha pure ripetuto che fin quando la Juve esce vittoriosa dal campo il resto è roba futile, quasi volesse dire alla stregua del Machiavelli: – Il fine giustifica i mezzi. A ogni modo la partita col Chievo non è stata giocata male, ma vinta faticando, smentendo subito le parole che hanno adornato il caso Buffon – a quanto pare, il Chievo non ha proprio voluto scansarsi dinnanzi alla Juve, anzi con tutta coerenza l’ha fatta sgobbare. C’è da marcare che la Juve in trasferta non ha ancora segnato nel primo tempo, ma svegliandosi solamente nel secondo tempo agendo come un motore Diesel.

LAVORI IN CORSO – Allegri schiera di nuovo la squadra con la difesa a 4, date soprattutto le varie assenze nel reparto. Benatia parte subito bene, e tiene il ritmo dimostrando di essersi ormai assemblato nel meccanismo difensivo della Juve. Dopo l’infortunio alla spalla di Barzagli entra in campo Bonucci che è appena uscito dall’infermiera; ai lati un infaticabile Alex Sandro e Lichsteiner, non proprio al meglio, a cui va biasimato il rigore che Pellisier si è procurato al 21’ della ripresa. Nel tridente di centrocampo vediamo un ottimo Hernanes che ormai sta ingranando, un vigoroso Sturaro che nonostante commetta ancora alcuni errori non si arrende mai, mentre Pjanic sembra aver ritrovato la sua posizione ideale, questa volta schierato come mezzala destra. L’attacco juventino inoltre ha dato mostra di un’ottima prestazione – Mandžukić pare trovarsi molto bene come attaccante esterno facendo da spalla a Gonzalo e da tramite fra il centrocampo e l’attacco. Invece Higuain non è parso proprio in forma: compie due ottime sponde facendo muovere il gioco della Juve, ma spreca due occasioni da gol clamorose; Cuadrado invece è semplicemente fenomenale, è l’uomo in più di questa Juve.​

CUADRADO – Il colombiano rappresenta una pedina fondamentale nella scacchiera dei giocatori juventini. Schietto, scattante, e fulminante, Cuadrado è inarrestabile su quella fascia, sempre pericoloso, è colui che propone sempre i palloni per i tagli delle punte o per gli inserimenti dei centrocampisti. Suo giustamente è l’assist per Mandžukić che viene mandato a tu per tu con Sorrentino e suggella l’1-0 Juve. Sempre coinvolto è il colombiano nel secondo gol, dato che la punizione viene procurata in seguito ad un pregevole scambio tra lui e Pjanic. Inoltre sembra che l’ottima performance di Pjanic sia anche data dalla posizione ravvicinata proprio con Cuadrado.

PJANIC – Pjanic, in arte Il mago, è stato l’uomo che ha deciso la partita con la specialità della casa, la punizione dal limite. Si tratta del suo dodicesimo gol su punizione in Serie A, ma se chiedete a Pjanic qual è l’ultimo gol che ha fatto da fermo vi risponderà: «Quello col Milan». Finalmente ieri abbiamo visto il vero Pjanic, quello che quando riceve il pallone inventa, poi se parliamo delle parabole che il suo morbido piede può disegnare stiamo parlando di magia. Dopo il suo gol su palla inattiva la Juve si è come risvegliata andando di nuovo in porta con Sturaro e Cuadrado entrambi a vuoto, e poi nuovamente con Pjanic su una punizione quasi uguale alla prima, ma questa volta che va a sfiorare il primo palo. Ora con la pausa delle Nazionali c’è tempo per rifiatare e per aspettare anche il rientro di Dybala, la cui assenza non è certo passata inosservata.