Quando Sinisa Mihajlovic si siede davanti ai microfoni, di una cosa si può stare certi: dalla sua bocca non usciranno mai e poi mai parole banali. La conferenza pre-Inter di oggi non ha fatto eccezione. Il tecnico serbo, prima di ascoltare le domande dei giornalisti presenti, ha voluto fare una lunga ed interessante premessa: "Prima di cominciare vorrei spiegare il lavoro fatto fino a oggi e quello che ci aspetta. Lo spiego a voi che scrivete di Torino, ma anche ai nostri tifosi. Il Torino di oggi è al 50% delle sue possibilità. Ventura ha fatto un ottimo lavoro in questi anni, ma quando si prende una squadra nuova e si vuole dare un nuovo gioco e una nuova mentalità, bisogna ripartire da zero, dalle fondamenta. Io ho fatto questo. Sono ripartito dall’intensità negli allenamenti, dalla mentalità vincente, dal pressing e dai principi di gioco. Stiamo lavorando per costruire l’anima e lo spirito del Toro, ma siamo solo al 50% del lavoro che vogliamo fare. Poi dovremo lavorare sul resto dell' "edificio” Torino". Parole chiare, quelle di Mihajlovic, che poi scende nei particolari: "Ad esempio dobbiamo migliorare la gestione di certe situazioni in partita: rallentare o accelerare, tenere palla o verticalizzare, misurare le forze perché non si può correre per 38 partite. Dobbiamo rivedere gli errori e crescere. La crescita è fatta anche di errori, i pareggi come quello con la Lazio servono per migliorare. Chi pensa che quello che sta vedendo oggi è il Torino sbaglia, perché noi dobbiamo diventare molto più forti. E lo dico prima di una partita molto difficile come quella con l’Inter. Possiamo anche perdere delle partite, ma deve tutto essere parte di uno sviluppo della squadra. Il restante 30% dipende dal lavoro sul campo, l’altro 20% dipende da me e dai giocatori: dobbiamo tutti tirare fuori un carattere e una voglia che magari oggi non sappiamo neanche di avere". Esaurita la premessa, si guarda alla gara di domani, quella contro l'Inter.
Non è una sfida qualunque, per Sinisa, che a Milano ha speso gli ultimi anni da calciatore, prima di sedersi in panchina come vice di Mancini: "All’Inter ho passato tanti anni da giocatori e due da vice allenatore. Però penso solo al presente. In nerazzurro sono sempre stato trattato bene, soprattutto da Moratti che è un gran signore e mi spiace non vederlo più a rappresentare una carica importante. Gli voglio molto bene e sarei contento di vederlo ancora presidente dell’Inter". Non c'è spazio per i sentimentalismi, quindi: "L’Inter giocherà questa partita come una finale da dentro o fuori. Noi dobbiamo approfittare di questo loro momento, ma non dimentichiamoci che anche prima di battere la Juve erano in difficoltà. Hanno un grande attacco. Noi possiamo colpirli, ma non possiamo commettere gli errori fatti col Milan. Non voglio lasciare altri punti a Milano. Saremo aggressivi, ma bisognerà capire come gestire i momenti della partita. Io so cosa può dare e togliere San Siro a una squadra in difficoltà”. Al Meazza il tecnico serbo opererà un leggero turn-over, rispetto alle ultime due gare contro Palermo e Lazio, in cui il Toro è sceso in campo sempre con gli stessi undici titolari: “A San Siro sicuramente cambieremo qualcosa visto che giochiamo tre partite in pochi giorni. Non so ancora in quale reparto modificherò qualcosa. Non ho infortunati o squalificati, aspetterò che la notte porti consiglio. Al momento non ho ancora in mente la formazione e ho fiducia in tutti quanti i miei giocatori". Da risolvere, per il Toro, c'è qualche problema in difesa: "Abbiamo preso sette gol sulle palle alte, troppi. Ci stiamo lavorando. L’Inter è la squadra che fa più cross in Serie A, hanno Icardi che è molto bravo per cui dovremo stare molto attenti. Abbiamo avuto poco tempo per lavorare su questo fondamentale dopo la partita, ma continueremo finché non ci viene la testa come un tamburo". Mihajlovic, comunque, respira ed esprime ottimismo: "La cosa più bella per un allenatore è vedere che i ragazzi lo seguono, fanno ciò che gli viene insegnato e prendono coraggio. Dipende da me trasmettere le mie idee di gioco, poi però sono loro a metterle in pratica sul campo. E i miei giocatori lo stanno facendo bene e sono contento. Mettendo ancora a posto alcuni dettagli cresceremo sempre di più". Una vittoria del Toro a San Siro risulterebbe quasi certamente fatale a Frank De Boer, Mihajlovic commenta così: "Mi spiace per De Boer. Il nostro lavoro è fatto così, quando le cose non vanno si cambia il mister, ma bisognerebbe dividere le responsabilità al 33% con anche società e giocatori. Da collega mi dispiace quando si manda via qualcuno, a meno che sia uno di quelli che mi stanno antipatici (ride)".
La sfida tra nerazzurri e granata sarà anche l'incrocio tra due grandi centravanti del nostro torneo, Icardi e Belotti: "Icardi e Belotti sono due grandi giocatori. Al momento Icardi ha dimostrato di più, ma Belotti sta crescendo. Hanno caratteri diversi che però li hanno portati entrambi ad essere dove sono. Stimo molto Icardi come giocatore, poi, come per ogni persona, bisogna sempre trovare la medicina giusta per farlo rendere al meglio. Icardi bisogna saperlo gestire, Belotti da questo punto di vista è più quadrato. A me interessa allenare grandi giocatori, il carattere poi ci penso io a modificarlo". Sulla querelle tra Icardi e la tifoseria nerazzurra ilo serbo chiosa così: "Io non sono mai stato capitano, ma vi assicuro che ero seguito più di chi era capitano. Non so se Icardi in una mia squadra sarebbe mai capitano, ma sono i giocatori a scegliere chi vogliono come leader". Mai banale, appunto.