E' un momento d'oro, per Mihajlovic e il suo Torino. Dopo il trittico di vittorie contro Roma, Fiorentina e Palermo i granata si ritrovano al quarto posto in classifica. Una posizione che fa sognare i tifosi, una posizione che legittima le dichiarazioni estive del tecnico serbo.
Anzi, il Toro 2016-2017 sta andando anche oltre le aspettative del suo allenatore, se è vero che Mihajlovic, in estate, aveva fissato in due stagioni il termine entro il quale il Torino avrebbe potuto ambire all'Europa. Le ultime imprese, però, fanno ben sperare, i tifosi sognano addirittura che i tempi si possano accorciare e che il Toro possa centrare un piazzamento europeo già in questa stagione. I tifosi, quei tifosi che Mihajlovic ha saputo conquistare non solo con i risultati (quelli, si sa, vanno e vengono) ma anche con il suo carattere, con la sua grinta, con la sua sincerità durante le mai banali conferenze stampa. Esattamente quello di cui l'ambiente aveva bisogno, dopo una stagione, l'ultima della gestione di Ventura, in cui l'entusiasmo attorno al Toro era colato a picco. Un carattere che Mihajlovic ha saputo trasmettere anche alla squadra, ed è proprio questo aspetto ad affascinare: il Toro aggredisce sempre, non alza mai il piede dall'acceleratore, scende in campo per vincere e mai per non perdere. Una filosofia che espone i granata a qualche gol subìto in più (finora non troppi, per la verità) ma che a Torino è stata immediatamente apprezzata (e che, dettaglio non trascurabile, si sta rivelando altamente redditizia). Una filosofia dispendiosa, ma anche da questo punto di vista Mihajlovic si sta dimostrando ottimo nella gestione del gruppo: pochi "titolarissimi", in particolare in difesa e in mediana, una continua rotazione degli elementi che, oltre a responsabilizzare maggiormente l'intera rosa scongiurando musi lunghi e malumori, potrebbe permettere ai granata di non arrivare in primavera con il fiato corto nonostante un modo di stare in campo molto esigente per il fisico dei giocatori.
Il tecnico serbo, insomma, sta conquistando Torino con la sua mentalità, ancor prima che con i risultati: l'ultima trovata è di due giorni fa, quando Mihajlovic, durante la seduta di allenamento post-Palermo, ha aperto le porte ai tifosi presenti, portando la gente granata a bordo campo, a pochi metri dai propri beniamini. Benzina sul fuoco di un entusiasmo che a Torino sponda granata era già alle stelle dopo il trionfo del Barbera. Unico neo, nel magic moment del Toro, le noie fisiche che continuano a bloccare De Silvestri: l'ex Lazio è ancora alle prese con un'infiammazione al tendine rotuleo e con ogni probabilità non sarà della partita domenica, quando il Toro affronterà proprio i biancocelesti (a completa disposizione, invece, il resto della rosa, con l'eccezione del lungodegente Molinaro). Due partite, le prossime, che diranno molto su che squadra è il Torino e su dove realmente possa arrivare: prima, come detto, la Lazio in casa, poi l'Inter, a San Siro nel turno infrasettimanale. Due test fondamentali, due gare che forniranno senz'altro indicazioni fondamentali: due gare che ci faranno capire se davvero questo Toro può sognare l'Europa.