Di solito sono i fuoriclasse che fanno innamorare i tifosi con giocate sopraffine e gol fuori dal normale, poi ci sono quei giocatori – chiamiamoli gregari – che vivono nell’ombra dei riflettori, che corrono per novantacinque minuti a partita, che combattono su ogni pallone, ma che pochi li considerano nonostante abbiano un loro fascino nello sfoggio dell’istinto animale che è insito così nell’essere umano come nel calcio primordiale. Nella seconda categoria rientra appunto Mario Mandžukić, un giocatore che nella propria carriera può vantare gol, trofei, e molta stazza, tipo irascibile infatti, e allo stesso modo sensibile, al punto da patire molto le diverse panchine col ruolo da vice-Pipita e quelle partite giocate da titolare non proprio da 8 in pagella.
Per questa malinconia senza fine i cinesi dello Shangai Shenhua hanno l’antidoto giusto: per il centroavanti croato hanno pronto per gennaio un contratto quadriennale da 8 milioni di euro all’anno; certamente – come direbbe Vito Corleone – è un’offerta che non può rifiutare. Tuttavia le prestazioni fenomenali di SuperMario con la sua nazionale alle qualificazioni per i Mondiali (con in allegato una tripletta e un gol decisivo) hanno infarcito di dubbi la mente di mister Allegri. A causa degli impegni con la nazionale argentina Higuain e Dybala arriveranno giovedì e riprenderanno gli allenamenti il giorno dopo, ovvero a 24 ore dal match con l’Udinese. Per forza di cose Mandžukić diventa l’uomo indispensabile per l’attacco della Juventus, che nelle prossime tre settimane dovrà affrontare un tour de force di sette partite.
Con l’assenza dell’infortunato Pjaca, per affiancare l’attaccante croato verrà forse sacrificato Dybala, che da seconda punta può girare attorno a Mario che gioca molto spalle alle porte, utile per le triangolazioni, e incisivo sulle palle alte. Mandžukić ha bisogno a tutti i costi di tornare al gol che gli manca dall’aprile scorso per dimostrare, come lui stesso ha detto, che alla Juve le gerarchie possono essere sovvertite in ogni momento.