Nel calcio, i paragoni, come le analogie, lasciano il tempo che trovano. Non ditelo però alla Nazionale dell'Argentina, la quale sta vivendo un qualcosa di mistico in questo mese comprendente gli scorsi impegni di settembre, e i prossimi due. Vuoi perchè erano le prime apparizioni a seguito del crollo in Copa America, e le prime con Bauza, vuoi perchè per la prima volta Paulo Dybala è stato schierato dal primo minuto in avanti, vuoi perchè la suddetta Joya ha giocato con Messi. E, come accadde alla pulce nel giorno dell'esordio da titolare, è stato espulso, per una doppia ammonizione decisamente severa, lasciando il campo in lacrime.

Il cerchio continua a disegnarsi, in attesa di essere chiuso, nelle partite che si disputeranno nei prossimi sette giorni. Messi è rimasto a casa, vittima di un'infortunio. Dybala c'è, è il punto di riferimento della squadra in avanti, sostituisce Leo invece che affiancarlo, come era accaduto con l'Uruguay. Vicino a lui, il suo compagno in bianconero Gonzalo Higuain, oltre a tutto il resto che la selecciòn offre, a partire da Di Maria, scendendo verso il basso. Essere il leader tecnico è una responsabilità pesante, volenti o nolenti, un test di maturazione tra i più complicati in circolazione.

Dybala, espulso, lascia il campo in lacrime. | Fonte immagine: calciomercato.com

"Sarà molto difficile sostituire Messi. Cerco sempre di prenderla con calma, mi piacciono i complimenti, ma lo prendo con le pinze, perché ho tanto da migliorare e ho grandi obiettivi - ha spiegato il diretto interessato a TyCSports -  Ho avuto e ho la fortuna di giocare al fianco di giocatori importanti ed è un sogno per me aver giocato con Messi. Così come con Buffon che è il miglior portiere della storia".

Quell'espulsione alla prima ha fatto certamente male, ma è stata anche una lezione, per Paulo oggi come per Lionel ieri. Un punto cardine in un processo di crescita, qualcosa che non si dimentica, come non devono essere dimenticati i quarantacinque minuti antecedenti il rosso: una prova di alto livello, dialogando con i compagni, parlando la stessa lingua calcistica del migliore al mondo, sfiorando la rete in più di un'occasione. 

Dybala e Messi. | Fonte immagine: spazioj.it

Paulo ne è conscio, del talento, come dei margini di miglioramento da sfruttare con il lavoro, a ventitrè anni e con tanto da dimostrare: "Essere titolare nella Juventus mi ha fatto crescere molto, è per questo che sono qui", continua poi Dybala nell'intervista, allontanando, tra parentesi, anche le voci che lo vedrebbero al Barcellona. "Quello che mi chiedono alla Juve è più o meno lo stesso di quel che mi chiede la Nazionale. Cambia solo il sistema di gioco, quest’anno per me con Higuain è anche più facile perché si porta via molti giocatori, ragion per cui io ho più spazio". 

Già, perchè il suo partner in crime in bianconero si ripropone, come anticipato, anche in Nazionale. Forse con una disposizione differente (possibile 4-3-3 con Di Maria, o addirittura 4-2-3-1 con Paulo trequartista come con l'Uruguay), ma è comunque, di nuovo, alta definizione. Necessaria, probabilmente, per focalizzarsi al meglio sul picciriddu. In attesa, tra un altro mese, di ricomporre quell'asse con Messi che fa sognare tutta l'Argentina.