Vecchio cuore granata. Non c'è motto migliore per fotografare la vittoria del Torino di Mihajlovic, di grinta, con abnegazione e spirito di sacrificio, quando soprattutto nel finale riesce a portare a casa tre punti fondamentali tenendo botta grazie anche alla spinta del pubblico amico, rintuzzando la disperazione della Fiorentina di Paulo Sousa. Fumosa la squadra ospite, alla quale non basta Babacar per porre rimedio ai gol di Iago Falque nel primo tempo e di Benassi al quarto d'ora della ripresa. Granata a ridosso delle posizioni di testa, viola in quattordicesima posizione.
Nel 4-3-3 del tecnico serbo, Boyè mantiene la maglia da titolare componendo il tridente d'attacco con Belotti e Iago Falque. Acquah prende il posto di Baselli a centrocampo, mentre in difesa Barreca viene confermato a sinistra. Sousa sceglie Ilicic e Borja Valero alle spalle di Kalinic, mentre Milic e Bernardeschi sono gli esterni. Badelj a centrocampo, con Astori centrale, al posto di Gonzalo Rodriguez, davanti a Tatarusanu.
Inizio veemente da parte di entrambe le squadre, che saltano a piè pari la fase di studio. Pressione alta quella del Toro, che però la viola elude trovando spesso Borja alle spalle dei centrocampisti. Kalinic, così come Belotti, sfiora il vantaggio in spaccata. Con il passare dei minuti la manovra della Fiorentina si fa maggiormente farraginosa, soprattutto con Badelj che stenta a trovare misura e fiducia. Da un errore in fase di impostazione nasce la sgroppata di Iago Falque, che con il mancino, chirurgico, batte Tatarusanu, insaccando sul secondo palo al quarto d'ora. Il vantaggio infonde entusiasmo nei granata, che non abbassano i ritmi del match e, dopo aver recuperato palla a centrocampo, verticalizzano immediatamente su uno scatenato Belotti, abile nel lavorare per la squadra e nel mettersi a disposizione per alzare il baricentro piuttosto che nel preferire azioni personali. La fisicità di Acquah e Benassi permette ai padroni di casa di mantenere il pallino del gioco in mano, ma la viola è viva, soprattutto con Bernardeschi: il suo mancino per Kalinic è perfetto, ma il centravanti croato spreca di testa a tu per tu con Hart. Nella seconda occasione, invece, il portiere inglese può soltanto tirare un grosso sospiro di sollievo, potendo solo sperare che la conclusione ravvicinata di Sanchez termini a lato prima del duplice fischio finale.
Nella ripresa ci si attenderebbe una Fiorentina maggiormente propositiva, ma è sempre il Torino ad avere in pugno la gara, soprattutto a centrocampo, dove la superiorità numerica permette ai granata di controllare e rompere con maggiore facilità le offensive avversarie. E' da una disattenzione della retroguardia viola che nasce l'azione del raddoppio dei padroni di casa: tutti i difensori vengono magneticamente attirati da Iago Falque, in possesso palla, l'ex Genoa scucchiaia per l'inserimento di Benassi, impeccabile e preciso nello stop e nella girata tra palo e portiere. Il raddoppio costringe Sousa a dare una svolta alla gara, cambiando in cabina di regia e in avanti, dove Babacar fornisce un aiuto di maggiore sostanza al troppo isolato Kalinic. Le iniziative dei viola si fanno sempre più insistenti, anche se la lucidità di Milic - a sinistra - e di Borja Valero - a centrocampo e sulla trequarti - condiziona spesso l'esito dell'azione. E' però da un cross del mancino, uno dei pochi precisi al centro dell'area, che nasce il gol - a cinque dal termine - che riapre la gara: Babacar viene lasciato colpevolmente solo da Rossettini e gira alle spalle di Hart.
L'assedio finale della viola è sterile, ed è necessario soltanto per avvicinare ulteriormente i beniamini di casa al pubblico, con Belotti - da vero capitano - che si sacrifica in posizioni arretrate per proteggere palla e guadagnare preziosissime punizioni che permettono ai granata di respirare e ottenere, infine, un preziosissimo successo. Nessuna azione da sottolineare fino al triplice fischio finale, che sancisce la meritata vittoria dei ragazzi di Mihajlovic.