Non è difficile arrivare in alto: il difficile è restarci. Frase fatta, luogo comune largamente abusato nella narrativa calcistica degli ultimi anni. Parafrasando queste parole, si può dire la partita contro la Fiorentina di domenica, calcio d'inizio alle ore 18 all'Olimpico Grande Torino, sarà per il Toro un'importantissima prova del nove. I granata, dopo la splendida affermazione contro la Roma che ha esaltato e caricato l'ambiente, saranno chiamati alla conferma: per i ragazzi di Mihajlovic l'obiettivo primario sarà dimostrare a tutti, prima di tutto a sè stessi, che l'impresa contro i giallorossi non è stata un fuoco di paglia, un evento estemporaneo, e che il vero Toro è proprio quello, quello degli "undici tori" esaltati dal tecnico serbo, e non quello confuso e sconclusionato delle prime giornate.
Prova non facile, contro una Fiorentina in crescita, sull'onda del 5-1 rifilato al Qarabag in Europa League. Una gara interessante, quella di domenica, che metterà di fronte la miglior retroguardia del torneo, quella viola (4 reti incassate), ed uno dei più prolifici reparti offensivi, quello granata (11 reti segnate, quarto attacco del campionato). I granata dovrebbero presentarsi all'appuntamento con poche novità, rispetto all'undici che ha disinnescato la Roma. In porta indiscusso ed indiscutibile Joe Hart, davanti a lui dovrebbero essere riconfermati tre quarti della difesa che ben si è comportata contro i giallorossi: Rossettini, Castan e Barreca. Unica novità Zappacosta: cambio obbligato, dato che De Silvestri è out per un problema al ginocchio riscontrato proprio nel corso dell'ultimo match. Il "volante" sarà Valdifiori, parso in netta crescita e confermato anche a causa dell'assenza di Vives, che sconterà il secondo ed ultimo turno di squalifica dopo il rosso rimediato a Pescara. Dubbio a centrocampo per Mihajlovic, con Baselli e Acquah in ballottaggio per una maglia da titolare a fianco della certezza Benassi: il ghanese sembra favorito, ma l'impressione è che il tecnico granata scioglierà i dubbi solamente a poche ore dal calcio d'inizio.
Confermatissimo il tridente che domenica ha messo a ferro e fuoco la tremebonda difesa della Roma: Belotti, Iago Falque e Boyè guideranno gli assalti granata, con l'argentino che deve guardarsi dallo scalpitante Ljajic, al rientro dopo l'infortunio che lo ha tenuto ai margini per oltre un mese. Improbabile, però, che Mihajlovic decida di rischiarlo, a maggior ragione considerando l'eccellente stato di forma di Boyè e la successiva pausa per le nazionali, che permetterà al numero 10 di ritrovare con calma la forma migliore. In casa granata c'è grande fiducia: serve una prestazione positiva per non far sì che l'euforia generata dal 3-1 alla Roma non svanisca in un attimo, come una bolla di sapone.