L'Udinese da tre anni, ormai quattro, è sempre quella. Sforna una prestazione rassicurante, per poi fornirne una brutta, al limite dell'orrendo. Le stanno provando tutte, ma l'unica cosa realmente cambiata in questo periodo è il sostegno dei tifosi, che alla fine dell'anno scorso hanno iniziato a diventare veramente caldi, in barba a chi dava ai friulani dei freddi e disinteressati. Per il resto poco altro, con Guidolin, con Stramaccioni, con Colantuno, con De Canio e ora con Iachini, partite da metà sinistra della classifica, seguite da partite da squadra di Serie B. In quest'ultimi mesi le domande che affollano la mente sono tante e le ipotesi lanciate per spiegare quest'ulteriore periodo di Medioevo ancor di più. C'è chi dice che si è speso poco, chi invece riduce tutto alla necessità di tempo per crescere, per passare per chi addossa tutte le colpe all'allenatore o all'errato precampionato. Insomma, ce n'è per tutti i gusti. Tenendo sott'occhio l'ennesima sconfitta, stavolta per mano del Sassuolo, proviamo a fare un po' il punto della situazione, analizzando alcune delle tante critiche che stanno piovendo su questa squadra e questa società.
Le critiche a Gino Pozzo quest'anno hanno poco senso. Non è colpa sua se alcuni elementi non rendono al meglio e se gli infortuni hanno falciato la squadra. Lui infatti quest'anno ha dato a Iachini una rosa competitiva. Non solo, per dare Penaranda e Kums al tecnico ha speso venti milioni dei soldi inglesi. Certo, i ragazzi l'anno prossimo potrebbero andare in Inghilterra, ma giocatori del genere in passato non li avremmo mai visti. Se si vuol proprio notare un difetto si può parlare dell'eccessiva fiducia in elementi stranieri. C'è una spaccatura su questo nodo, alcuni dicono che la lingua non conta, altri che solo uno zoccolo duro di una determinata nazionalità (italiana in questo caso, o anche argentina nel caso del Catania dei miracoli, per esempio) si può creare un ambiente unito. Effettivamente i giocatori non sembrano capirsi molto in campo, con conseguenti errori banali in fase di appoggio o difensiva, come a Sassuolo con Danilo e Karnezis. Gli unici a dare indicazioni in campo sono il capitano, il portiere e Kums, tutti gli altri sembrano un po' voler comunicare con la telepatia, cosa impossibile. Servirà trovare un modo per amalgamare questi ragazzi, non che ci siano tensioni o cosa, ma sembra proprio che i concetti di "squadra" e di "compagni" non siano ancora assimilati del tutto.
Iachini è un allenatore che in Serie A non ha ottenuto grandi risultati, è ricordato più per le vittorie in Serie B che altro. La società (perso Pioli) lo ha scelto perchè ha comunque dimostrato di saperci fare con i giovani, cosa fondamentale ad Udine, e perchè, dopo le tribolazioni siciliane, è carico e voglioso di dimostrare che nella massima serie ci può stare benissimo. Pare anche essere uno che, quando qualcosa non funziona, è però disposto a tornare sui suoi passi. La scelta dunque alla fine non risulta essere così insensata, anche se di certo non esaltante. Ultimamente però, dopo un timido ottimismo iniziale, si stanno allargando alcune crepe.
Spesso gli si imputa di cambiare troppi giocatori, ma, se andiamo a guardare bene, quasi tutti i cambi sono dettati da infortuni, che forse sono il vero problema da analizzare, dato che molti giocatori stanno patendo problemi muscolari. Anzi, Iachini cambia forse troppo poco, dato che sia contro il Chievo che contro la Fiorentina elementi come Badu, De Paul, Duvàn Zapata e Perica hanno dato segni di cedimento a livello fisico e col Sassuolo, terza partita in sette giorni, il problema ha raggiunto il suo apice. Pure Badu ai box (anche se ufficialmente è una botta, quindi si può parlare di sfortuna), Duvàn Zapata in panchina con un affaticamento muscolare insieme a Perica (fermo anche lui dopo i crampi di mercoledì) e De Paul in campo. Proprio l'aregntino è il simbolo di una gestione delle forze errata, dato che dovrebbe essere il trascinatore, mentre domenica è parso una macchina senza carburante. Inoltre bisogna aggiungere a questo anche il fatto che molti giocatori sono fuori ruolo. Non ci sono terzini destri e quindi Heurtaux è una scelta obbligata e Alì Adnan è acerbo, ma l'unico vero terzino sinistro in rosa, perciò queste due scelte sono, ad oggi, obbligate. Quello che stona è vedere Kone mezzala. Il greco infatti è un trequartista, non sa difendere e domenica, con l'aggiunta anche del giovane Jankto, che non può già sapere i movimenti a memoria, si è visto il mancato supporto del centrocampo in fase difensiva e offensiva. È chiaro che Fofana, come molti altri, non sia stato chiesto da Iachini, ma se è stato usato per due partite come schermo davanti alla difesa è perchè il tecnico aveva visto in lui delle qualità di filtro. Sulla trequarti le alternative a De Paul ci sono, non sarebbe così assurdo vedere Kone in quel ruolo, oppure dare una chance per una partita a Lucas Evangelista. È chiaro però che l'argentino è il giocatore con la miglior varietà di qualità offensive e quindi è difficile rinunciarvi, però ogni tanto andrebbe tenuto a riposo, pena prestazioni come contro il Sassuolo. Quindi, più che i continui cambi, Iachini sembra non avere ancora ben chiari i limiti atletici dei suoi, probabilmente perchè semplicemente non li conosce.
Il giocatore che sta subendo più critiche è sicuramente Thereau. Il ragazzo gioca male e sembra quasi essere indisponente. Iachini lo difende a spada tratta, dando la colpa all'infortunio agostano, ma che il francese non sia sereno è evidente. Il Marsiglia era veramente un suo desiderio e forse il mancato trasferimento lo ha scottato più di quanto non dica. La conseguenza dovrebbe essere ovvia, tenerlo in panchina, ma non è altrettanto ovvia la pratica. Parliamo infatti di uno dei senatori e andare contro uno dei pilastri dello spogliatoio è proprio l'errore che ha fatto Colantuono l'anno scorso, finendo col romperlo. Si parla di equilibri molto fragili e facili da spezzare e, dato che questa Udinese psicologicamente soffre ancora molto, bisogna andarci molto cauti. È però anche un problema che andrebbe risolto in fretta, dato che i friulani hanno convinto in attacco solo quando l'ex Chievo non era in campo. Anche perchè dietro ci sono Ewandro e Penaranda che hanno colpi importanti, più la grinta di Perica, quindi le alternative quest'anno esistono. Bisogna al più presto riscrivere le gerarchie in avanti, facendo tornare la meritocrazia.
Il calendario per le prossime due partite è molto duro, con la Lazio in casa e la Juventus a Torino. È ancora presto per lanciare l'allarme rosso, dato che comunque ci sono sette punti in classifica, ma di certo ci sono alcune magagne che gli inguaribili ottimisti non hanno notato quando esaltavano questa squadra e che i pessimisti cosmici dicono essere decisive per la retrocessione. Serve mantenere la calma in questo momento, consapevoli che le partite sono ancora tante e gli avversari per la salvezza bisogna ancora affrontarli. Sicuramente però alcuni problemi sono datati e quindi non di semplice soluzione, diamo tempo al tempo, sapendo che la pazienza stavolta sarà poca.