"Senza Belotti e Ljajic è dura per noi". Con queste parole Sinisa Mihajlovic aveva presentato la trasferta di Pescara, dalla quale il suo Torino è tornato con un punto sudato, sofferto, strappato con i denti giocando per quasi un tempo in 10, per poi innalzare il fortino in 9 uomini nell'ultimo quarto d'ora. E quella del tecnico serbo sembra un'analisi perfetta per questo Toro, un Toro che è parso troppo dipendente dalle giocate dei singoli: inevitabile, quindi, che quando la qualità media di questi ultimi si abbassa, a risentirne sia l'intera manovra granata e di conseguenza il livello di pericolosità della squadra.
Una squadra che squadra non lo è ancora. L'impressione era nata già nelle precedenti gare, la trasferta all'Adriatico ne ha dato conferma. I granata sono ancora alla ricerca di un'identità vera e propria. La fase difensiva, disastrosa nelle prime tre uscite stagionali, ha fatto passi avanti con Empoli e Pescara, questo è vero, ma, come detto, in fase di possesso le fortune del Toro sembrano ancora troppo legate alle giocate dei singoli. Non c'è un'idea di gioco ben chiara e definita, e il primo ad avere le idee annebbiate è lo stesso Mihajlovic, ancora alla ricerca, anche a causa degli infortuni, di quella che si possa definire una formazione titolare, di quel blocco di 13-14 giocatori con cui formare lo zoccolo duro della squadra. C'è confusione in particolare in difesa e a centrocampo, reparti in cui nessun granata può al momento dire di avere il posto assicurato. Se da un lato questa modalità di gestione della rosa può essere utile a tenere tutti gli elementi sulla corda e dosare le energie nel lungo periodo, l'altra faccia della medaglia restituisce l'immagine di una squadra che ancora fatica a trovare i giusti automatismi: in questo i continui stravolgimenti di formazione operati da Mihajlovic possono sicuramente essere un fattore destabilizzante determinante. L'emergenza infortuni, tirata in ballo anche dallo stesso tecnico serbo, non rappresenta un vero e proprio alibi, ma certamente consegna qualche attenuante all'ex allenatore di Sampdoria e Milan.
Attenuanti che però stanno per svanire. Belotti è rientrato ieri sera all'Adriatico (e con lui si è visto tutto un altro Toro, pericoloso anche con la doppia inferiorità numerica), domenica, con la Roma, potrebbe rientrare tra i convocati anche Ljajic. Insomma, gli alibi hanno i giorni contati, ora l'ambiente granata si aspetta la svolta: il rodaggio è terminato, per Mihajlovic è giunta l'ora di dare al Toro la sua vera impronta.