Archiviata la sosta per le Nazionali, anche il Torino del sergente di ferro Sinisa Mihajlovic è pronto per tornare in campo. Il calendario, propone una trasferta insidiosa, sul campo di una squadra ancora a secco di punti in questo inizio di stagione, l'Atalanta di Giampiero Gasperini.
Oltre alla trasferta su un campo storicamente ostico come l'Atleti Azzurri d'Italia, Mihajlovic deve fare i conti anche con le botte rimediate dai vari Nazionali, rientrati a Torino con problemi fisici e acciacchi d'ogni genere. Belotti, capocannoniere di questo inizio stagione, non è stato nemmeno convocato mentre per Martinez le chances seppur poche sono ancora vive.
Inoltre, Mihajlovic deve fare i conti con altre assenze preventivate alle vigilia: Adem Ljajic è ancora alle prese con problemi muscolari, mentre Maxi Lopez farà di tutto per recuperare in tempo da un piccolo fastidio che lo accompagna da qualche giorno.
Nonostante il bollettino medico non reciti nulla di buono, alla vigilia della sfida con la Dea, Miha è sembrato rilassato e sicuro della rosa che la società gli ha messo a disposizione: "Finalmente è finito il mercato e ricomincia il campionato" ha esclamato Miha.
"Ringrazio la società per gli sforzi. - continua il serbo - "Il Torino ha cambiato allenatore, sistema di gioco, giocatori. Ha venduto pezzi importanti come Glik, Bruno Peres, Maksimovic e ha anche acquistato giocatori di esperienza, qualità e giovani. Insomma, non ha avuto paura di cambiare. La società ha fatto di tutto per accontentarmi, non siamo riusciti in tutto, ma non per colpa nostra. Qualche ruolo non ha alternative, dovremo essere bravi noi a sopperire con la forza del gruppo, il gioco, la voglia di aiutarsi, compatti e uniti. Io faccio sempre l’esempio della mano, vedendola così è aperta con 5 dita separate, così unita forma il pugno. E noi dovremo essere un pugno tutto l’anno, ogni partita. Anche i giovani sono promettenti e hanno un futuro davanti".
Con un mercato così, il target si alza di livello: "L’obiettivo è lottare con le squadre che cercano di andare in Europa. Se ci riusciamo dipende da tanti fattori, anche dalla fortuna. Che non vuole dire chiedere aiuto a pali, traverse o rigori. Chiedo solo di non avere tanti infortunati, almeno di non averli tutti assieme, soprattutto nelle partite alla portata. Ce ne sono molte e con possibilità di vincere. Siamo il Toro, però, al di là di tutto. Dobbiamo lottare dando il massimo sempre, nelle difficoltà bisogna moltiplicare le forze. Senza scuse e alibi. Se ci mancherà qualcosa lavoreremo di più".
Prima di concentrarsi sulla variabile gioco, Mihajlovic fa il punto sulla situazione infortunati: "Maxi Lopez e Martinez in campo? Di sicuro no ci saranno Ljaijc e Belotti, vediamo oggi e domani per Martinez e Maxi. In tanti ruoli ho doppioni che considero titolari, Hart-Padelli, De Silvestri-Zappacosta, Valdifiori-Vives, Baselli-Obi, Benassi-Acqua. Il problema non è per i primi 11, è durante la partita che saresti senza soluzioni. Dovresti cominciare con Boyé, Iago … Ma sarebbe dopo il problema, perché mancano gli infortunati. Li valutiamo oggi e domani, vediamo. Ma non voglio rischiare, ci sono altre 5 partite prima della sosta. Siamo il Toro e lottiamo e diamo tutto, senza scuse e alibi, chi va in campo è il migliore. Poi mancano soluzioni per cambiare a gara in corso. Cambio di modulo? Senza attaccanti non ne vedo la possibilità".
Altro argomento trattato è stato quello legato al nome di Joe Hart. L'inglese farà il suo esordio da titolare con la maglia del Toro. Miha lo dipinge così: "Hart per noi è una grande opportunità e l’abbiamo presa al volo. E’ il titolare della nazionale, con esperienza, carattere e grinta. Con lui e Padelli siamo a posto. Ci ho parlato anche prima che venisse, non volevo arrivasse così ma bello carico e motivato. Si impegna molto, comunica con i compagni, in italiano, ha personalità, e sono contento. Ha già instaurato un bel rapporto. Hart una sorpresa? No, perché mi hanno chiamato e detto se ero interessato e ho lavorato per portarlo. Ci ho parlato, per capire con quale testa sarebbe venuto. E anche al telefono mi ha dato sensazioni positive, lui da me ha saputo che lo volevo e che era la decisione giusta. Parla un po’ in italiano, impara trenta, quaranta, cinquanta parole, quelle che ti servono in campo per guidare la difesa e le usa già in allenamento. Speriamo le impari bene e non si fraintenda in partita… Fisicamente lo trovo bene".
In chiusura si va a toccare anche il tasto relativo al bel gioco: "Ho detto che la mia squadra si deve prendere rischi per vincere, con prìncipi di gioco e morali, che rispecchino il carattere del Toro, offensivo ma con equilibrio, che recuperi, compatto. A Bergamo ci saranno insidie. Incontriamo una squadra che ha fatto zero punti in due partite e non del tutto meritatamente. Conosco Gasperini, le sue squadre quando girano ti mettono in difficoltà, ma concedono in difesa. Dobbiamo stare bene dietro e colpire in velocità, con cinismo e determinazione. Le partite dopo le soste sono sempre strane, molti tornano dalle nazionali, con pochi allenamenti. Io ho però detto ai ragazzi che se giochiamo come ci siamo allenati. Sono fiducioso".