Chiuso il mercato, viene ora il tempo dei bilanci. Tra obiettivi centrati, colpi mancati e sorprese dell'ultimo minuto, sono giorni di analisi, giudizi, voti sull'operato delle varie società. Voti che per tanti, se non per tutti, sono altissimi per quanto riguarda il Torino: il mercato granata è infatti giudicato positivamente dai più, e non sono pochi gli addetti ai lavori o i semplici appassionati che individuano proprio nella truppa di Mihajlovic la possibile outsider di stagione in chiave Europa League.

Cerchiamo quindi di scendere un po' più a fondo nell'analisi, di fare le pulci a questo mercato granata, individuando, ruolo per ruolo, pregi e difetti della rosa che Cairo e Petrachi hanno messo a disposizione del tecnico serbo. In porta i granata, con l'arrivo in prestito di Joe Hart, hanno concluso una delle operazioni più sorprendenti ed inaspettate di questa sessione di mercato. I giudizi sul portiere della nazionale inglese, talvolta incline alla papera, sono contrastanti: per alcuni è un top player nel ruolo, per altri un giocatore sopravvalutato, favorito in carriera soltanto dalla morìa di estremi difensori inglesi di livello nella sua generazione. La verità sta presumibilmente nel mezzo: Hart è sicuramente un gradino sotto ai big mondiali del ruolo, ma rispetto a Padelli, mai mostratosi realmente affidabile in questi anni, il passo in avanti è netto ed innegabile. E poi, diciamocelo, non si resta per sei anni titolari in un colosso come il City per caso. Le maggiori criticità, almeno sulla carta, per il Torino stanno in difesa, una difesa che nel reparto centrali ha perso colonne come Glik e Maksimovic rimpiazzandole con giocatori che presentano alcune incognite: Castan deve dimostrare di essersi messo definitivamente alle spalle i postumi dell'operazione di due anni fa, Ajeti è stato protagonista di un buon Europeo con l'Albania, ma deve confermarsi risolvendo i problemi fisici che attualmente ancora lo bloccano. Dà qualche garanzia in più Rossettini, da anni elemento affidabile con Cagliari e Bologna, ma probabilmente Mihajlovic, così come gli stessi tifosi, si aspettava qualcosa in più. La gestione del caso Simunovic, nelle ultime ore di mercato, è parsa improvvisata e ha lasciato il Torino con un pugno di mosche in mano. Completano la rosa dei centrali Bovo e Moretti: l'impressione è che per entrambi il meglio sia alle spalle. Qualche certezza in più, anche a livello di gerarchie, sugli esterni: se in mezzo alla difesa non è chiaro, al momento, chi potrà vantare una maglia da titolare, sulle corsie laterali De Silvestri e Molinaro partono favoriti. De Silvestri, fedelissimo di Mihajlovic, dovrà guardarsi da uno Zappacosta che, dopo essere stato vicino al Sassuolo, ora scalpita per conquistare spazio: una concorrenza che potrebbe anche rivelarsi salutare, e che darebbe al Toro una coppia di esterni destri ad alta affidabilità, in grado di non far rimpiangere Bruno Peres. Sulla sinistra chi morde il freno è invece Barreca: dopo il rodaggio in serie B, il giovane prodotto del vivaio sembra pronto per una chance nella massima serie, anche se, come detto, il titolare, ad oggi, resta Molinaro, con il lungodegente Avelar ancora lontano dal rientro.

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A centrocampo, dopo una lunga, quasi interminabile attesa, Mihajlovic ha ottenuto il regista tanto desiderato, un regista che risponde al nome di Mirko Valdifiori e che sarà senza dubbio il titolare indiscusso davanti alla difesa, con il compito di dirigere le operazioni, con capitan Vives relegato ad un ruolo di secondo piano. Ai suoi fianchi, almeno sulla carta, i favoriti per le maglie da titolari sono Baselli e Benassi: si andrebbe così a formare un trio di centrocampo tutto italiano, ma, forse, anche un po' troppo leggero. In questo senso, potrebbe trovare molto spazio Acquah, molto più di Obi, in grado di fornire alla mediana granata fiato, muscoli e tanta quantità. Si profila invece una stagione di apprendistato per i giovani Gustafson e Lukic, sebbene il serbo goda della stima di Mihajlovic.

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Il reparto granata che offre più garanzie, e che allo stesso tempo affascina di più tifosi e addetti ai lavori, è però l'attacco. Il tridente formato da Iago Falque, Belotti e Ljajic fa sognare, ma per vederlo all'opera, causa infortunio del serbo, ci vorranno almeno due mesi. Nel frattempo i granata possono contare su un Belotti in forma smagliante e su uno Iago Falque che sta ritrovando lo smalto dei tempi migliori dopo un'estate difficile. Intrigano anche i ricambi: Martinez, nelle prime uscite stagionali, ha lasciato intravedere ottimi segnali di crescita, conditi anche dal gol al Bologna, Boyè ha regalato, soprattutto nelle amichevoli e in Coppa Italia contro la Pro Vercelli, lampi di classe cristallina. E poi c'è Maxi Lopez, indiscusso idolo della Maratona, pronto a dare il cambio a Belotti, qualora il Gallo ne avesse bisogno. Insomma, i voti altissimi assegnati dagli addetti ai lavori al mercato granata sembrano più che giustificati: c'è qualche punto interrogativo in difesa, questo è vero, ma allo stesso tempo c'è il colpo Hart che sistema la porta, c'è un Mirko Valdifiori che alza nettamente il livello qualitativo nel mezzo, c'è un attacco che, al rientro di Ljajic, sarà tra i più assortiti e temibili nel panorama italiano. E poi c'è quell'attivo di oltre 40 milioni che fa sorridere anche Urbano Cairo: il titolo, a Torino sponda granata, manca dal '76, ma lo scudetto del bilancio, almeno quello, il Toro lo vince ogni anno.

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