Non è mai stato troppo convinto della situazione dei portieri in casa Torino, Sinisa Mihajlovic. Dal suo arrivo, nelle amichevoli estive ha provato a dare fiducia a Gomis, ma si è visto tradito da prestazioni di livello infimo. Così, per il campionato, spazio a Padelli, uno che lo stesso tecnico serbo aveva retrocesso a riserva. Ichazo, sullo sfondo, attendeva una chance che mai sarebbe arrivata, e nemmeno arriverà. Certo, trovare un portiere su misura per i granata ad agosto non sarebbe sicuramente stato facile. Eppure, la dirigenza, con Cairo e Petrachi in prima linea, è riuscita in qualcosa che supera il mero e semplice acquisto di un portiere adatto per Mihajlovic.
Joe Hart sarà a breve un nuovo giocatore del Torino, l'ufficialità è prevista per il tardo pomeriggio o per la serata, dopo le visite mediche. Prestito secco, con il 70% dell'ingaggio circa pagato dal Manchester City. Più o meno, i granata sborseranno al portiere qualcosa più di un milione di euro, circa 1,1, alzando leggermente il tetto ingaggi. Le pressioni del portiere inglese per spostarsi in Serie A, preferendo la destinazione italiana al Sunderland, hanno convinto il City al piccolo sacrificio, cercando di accontentare la volontà dell'ex titolare, riuscendoci. Una scelta, quella degli Sky Blues, dettata anche dal trattamento riservato a un numero uno al quale spetta anche un minimo di gratitudine, dopo averlo relegato a terzo portiere tramite le scelte di Pep Guardiola.
La causa del downgrade è stata la poca capacità di Hart di giocare alla Neuer, utilizzando i piedi, fungendo a tratti da libero. Il tecnico catalano sapeva che a Manchester avrebbe potuto incontrare difficoltà tra i pali, essendo abituato al Bayern a uno dei migliori cinque portieri del mondo. Avrebbe dovuto compiere una scelta. Ha optato alla fine per perdere un estremo difensore mostruoso tra i pali, rimpiazzandolo con uno di un livello normale, ma con visione di gioco e ottima tecnica, ovvero Claudio Bravo. In quanto a riflessi, reattività e tuffo, Hart ha poco, pochissimo da invidiare ai colleghi; i suoi limiti si palesano nelle letture, nelle uscite e per l'appunto nel gioco coi piedi. La tecnica è però marginale nella testa di Mihajlovic, al quale interessa avere solo un portiere che sappia svolgere la principale mansione: parare, punto. Per cui la scelta dell'inglese sembra in questo senso lucida, da parte del Torino.
Un vero e proprio colpo per rapporto qualità/prezzo, ma ancor di più dal punto di vista del branding. Un inglese di buon livello in Serie A non si vedeva da circa 20 anni: gli ultimi furono Gascoigne, Platt e Ince. Rispettivamente portati nel bel paese da Lazio, Juventus e Inter. Tre big, tre squadre copertina di quegli anni. Ad oggi il Torino è invece una squadra sì in crescita, sì che ambisce all'Europa League, ma non è certo al livello delle altre tre, al tempo. Con un portiere come Hart i granata attirano attenzioni più o meno da tutto il mondo, specialmente da oltremanica, perchè il classe '87 nativo di Shrewsbury, nel bene e nel male, ha sempre più di un occhio addosso, sopratutto da chi attende solamente un suo minimo errore per crocifiggerlo, atteggiamento piuttosto tipico di un filone della stampa inglese (ma non solo).
La fuga dall'Inghilterra potrebbe anche essere dovuta a questo, Hart ha bisogno di tranquillità per rendere al meglio. Il valore assoluto del giocatore non è assolutamente in discussione, parliamo di uno che ha collezionato oltre 500 presenze da professionista tra Club e Nazionale, all'età di 30 anni. Che ha in bacheca cinque trofei. Che dal 2011 ad oggi ha conquistato quattro volte il golden glove, il premio di miglior portiere della Premier League. Criticare il valore di un giocatore che è da quasi dieci anni a un tale livello sembra non solo avventato, ma addirittura paradossale e folle. Tra una decina di giorni potremmo finalmente ottenere le prime risposte dal campo, ma intanto bisogna godersi il momento: il calcio italiano trae un enorme beneficio. E magari anche gli inglesi inizieranno ad avere più considerazione verso la nostra Serie A.