Se Molinaro avesse intercettato quel cambio gioco di Niang; se Moretti non fosse andato a vuoto sul cross dello stesso francese spianando la strada a Bacca; se Baselli fosse partito titolare; se Belotti avesse segnato quel rigore. Nel calcio, come nella vita, con i "se" non si fa la storia: il Toro, così, torna da San Siro senza punti e con una valigia carica di rimpianti. Al di là del risultato finale, comunque, la prestazione che il Torino ha offerto al "Meazza" è di difficile interpretazione: sensazioni contrastanti, infatti, restano oggi in casa granata.
I ragazzi di Mihajlovic sono parsi timidi nella prima parte di gara, nella quale le idee sono sembrate ancora appannate, per poi sfoderare una ripresa arrembante, in particolare dal terzo gol del Milan in poi, quando i rossoneri sono stati letteralmente messi alle corde. In questo senso, il Toro è parso molto più brillante con il 4-2-4 d'assalto disegnato da Mihajlovic nella ripresa, piuttosto che con il 4-3-3 di partenza, diventato ancor più abulico dopo l'infortunio di Ljajic, che nello scampolo di gara giocato ha già mostrato di essere la vera stella di questo Torino. Granata a due facce, quindi, quelli visti a San Siro: decisivi e fatali, però, sono stati gli errori individuali in fase difensiva. Errori gravi, imperdonabili, che hanno permesso a Bacca di trovare una tripletta quasi senza sforzi: al colombiano è bastato semplicemente dei regali gentilmente concessi dalla retroguardia ospite.
Sul primo gol pesante l'ingenuità di Molinaro, mentre sulla seconda marcatura del colombiano clamoroso lo svarione di Moretti, l'ultimo baluardo "sopravvissuto" dall'era Ventura. Evitabile, a dirla tutta, anche il rigore conquistato dai rossoneri, con Obi che ha letteralmente affossato Bonaventura in piena area. Errori da penna rossa, quindi, quelli con i quali i granata hanno regalato la vittoria al Milan. Un Milan che a propria volta non era stato esattamente irreprensibile permettendo al Torino, rivitalizzato dall'ingresso di un ottimo Baselli, di riaprire una gara che sembrava già ampiamente chiusa: anche in questo caso, però, a condannare i granata è stato un errore individuale, quello di Belotti, ipnotizzato da Donnarumma nel momento decisivo.
Luci ed ombre, quindi, per il Toro di ritorno da San Siro: da rivedere l'organizzazione difensiva, da limare quegli svarioni che hanno spianato ripetutamente la strada a Bacca, da mettere a punto anche i meccanismi del 4-3-3 voluto da Mihajlovic. Segnali positivi invece sotto il profilo del carattere, della personalità con la quale il Toro, nella ripresa, ha preso in mano le redini dell'incontro arrivando a sfiorare l'impresa: una rimonta sfiorata sintomatica anche di un'ottima condizione fisica, indispensabile per spingere fino al 96' come hanno fatto i ragazzi di Mihajlovic al "Meazza". Ora il Toro riparte e, in attesa di altri rinforzi che senza ombra di dubbio arriveranno dal mercato, mette nel mirino il Bologna: sarà fondamentale fare tesoro degli errori commessi contro il Milan, lavorando su quanto di buono si è visto a San Siro.