E' tutto pronto per il debutto in campionato del nuovo Toro di Mihajlovic. Debutto da brividi, che metterà il tecnico serbo contro quel Milan che lo esonerò pochi mesi orsono. "Una partita come le altre, non cerco rivincite": esordisce così, Sinisa, nella conferenza che precede la gara di San Siro in programma domani alle ore 18. Difficile credergli, anche alla luce delle sue stesse dichiarazioni al veleno di poche settimane fa.
Mihajlovic, comunque, preferisce concentrarsi su ciò che accadrà in campo, domani pomeriggio a San Siro, evitando ogni polemica circa il suo passato rossonero: "Sarà importante fare bene: giocare a San Siro è sempre difficile, noi andiamo lì convinti di fare bene. Non possiamo assicurare il risultato, ma che daremo tutto in campo con dedizione e voglia, questo sì. L’accoglienza? Non ci ho mai pensato. Non sono quelle le preoccupazioni che ho in testa, non ho bisogno di rivincite su nessuno. Certo, mi spiace non aver concluso la stagione, avevo lasciato il Milan in Europa e in Finale di Coppa, sono convinto che con me il sesto posto sarebbe stato raggiunto. Comunque non ci voglio più tornare. Saluterò tutti con affetto e poi cercherò di batterli con l’aiuto della squadra".
Nei pensieri di Mihajlovic, ora, non c'è spazio per il Milan, tutte le energie nervose si tingono di granata e si rivolgono alla sfida del "Meazza": "Noi abbiamo avuto tutto il tempo per preparare la partita. Poi è vero che in questa settimana sono arrivati alcuni giocatori e ci sono stati alcuni rientri da infortuni. Ma sono cose che nel calcio succedono. Siamo fiduciosi per quello che possiamo fare domani. Ai miei chiedo come sempre di rispettare dei principi morali e dei principi di gioco. Voglio una squadra concentrata, che lotta fino al novantesimo e cerca sempre di vincere. I principi di gioco invece sono quelli di una squadra compatta e corta, aggressiva, che sappia gestire il pallone ma anche verticalizzare. Stiamo lavorando molto, da un mese e mezzo, su questi principi".
Aggressività, grinta, intensità, queste le parole d'ordine per il tecnico serbo, che poi scioglie uno dei dubbi circa la formazione titolare che affronterà i rossoneri: "Domani gioca Padelli. Per adesso il portiere è lui. Gomis e Ichazo stanno in panchina al momento". Gerarchie sovvertite, quindi, rispetto a quanto era accaduto a inizio estate, quando Gomis era stato designato come numero uno titolare del Torino. Inevitabile, poi, soffermarsi su un mercato che per il Toro è ancora in piena fase di svolgimento: "Castan, De Silvestri e Rossettini erano giocatori che volevo da tempo. Castan prima dell’infortunio era uno dei più forti in Italia. Ho molta fiducia in lui, solo non deve strafare, vedremo domani se giocherà. Rossettini è un ottimo elemento che può ricoprire molti ruoli. Per quanto riguarda la partita di domani, forse non siamo ancora pronti per fare giocare tutti e tre, ma alcuni di loro sì. Poi vedremo la partita dopo e poi c’è la sosta. E’ un’incognita anche per me, ma i ragazzi si sono applicati e hanno capito quello che c’è da fare".
E Maksimovic? Mihajlovic taglia corto: "Non ne voglio più parlare, mi ha deluso come uomo, il suo futuro è nelle mani della società. Non voglio più perdere tempo parlando di lui". Dopo le numerose novità arrivate in settimana, cosa manca, quindi, a questo Toro? Anche in questo caso, Mihajlovic liquida la questione con poche parole: "La società lo sa. Io ho un rapporto molto franco con loro e sanno cosa manca e su cosa si deve lavorare. Comunque non vedo l’ora che finisca questo mercato, che porta via concentrazione. Anche se noi siamo professionisti e dobbiamo essere abituati a questo". Il tecnico serbo, infine, chiude con parole al miele verso il suo presidente Cairo: "Somiglia al primo Berlusconi per quello che sta facendo come imprenditore, è sicuramente uno tra i più importanti in Italia. Abbiamo le stesse vedute e le idee chiare, si parla di tutto e condividiamo tutto. Qua si può fare calcio come si deve e sono contento. Penso che il primo Berlusconi e il Cairo di oggi si somiglino". Il tempo delle parole, comunque, sta per finire: domani alle ore 18 Damato darà il via alle ostilità sul prato di San Siro, e da quel momento in poi, a parlare, sarà solamente il campo.