"Il nostro obiettivo è continuare a crescere": parole e musica di Urbano Cairo, presidente del Torino che ha raggiunto il ritiro di Bormio in occasione dell'amichevole contro la Casateserogoredo, terminata con un roboante 11-0. Insomma, Ventura non c'è più, ma la parola d'ordine, in casa granata, sembra non essere cambiata: "crescita". "Mihajlovic ha parlato di Europa, io quella parola non la pronuncio, sono scaramantico", ha proseguito il patron del Toro, che si è poi soffermato sul mercato: "Abbiamo già inserito giocatori importanti in rosa, ora siamo alla ricerca di un metodista, un centrocampista con doti di regia".
Un identikit che corrisponde perfettamente al profilo di Mirko Valdifiori, che in queste ore sembra assai vicino a salutare il Vesuvio per trasferirsi sotto la Mole e diventare il "volante" nel 4-3-3 pensato e disegnato da Mihajlovic. Ma quali indicazioni ha dato questa prima parte di ritiro al tecnico serbo? A che punto è la messa a punto del Torino versione 2016-2017? Proviamo a scoprirlo mettendo sotto la lente d'ingrandimento reparto per reparto la truppa a disposizione di Miha. Tra i pali si profila un duello per la maglia da titolare: Padelli, nell'ultima stagione, ha evidenziato più di un'incertezza, non stupirebbe una promozione a titolare di Alfred Gomis, classe '93 che ha ben figurato in serie B con le casacche di Crotone, Avellino e Cesena. Sinisa ha già dimostrato di non aver paura di lanciare i giovani, anche in un ruolo così delicato: vi dice niente il nome di Gianluigi Donnarumma? Sullo sfondo Salvador Ichazo, destinato a un ruolo da comprimario.
Nel cuore della difesa si va verso una conferma di Maksimovic: l'arrivo di Mihajlovic, tecnico che gli regalò l'esordio in nazionale, sembra aver placato le voci di mercato che lo avevano interessato negli scorsi mesi. Anche le parole di Cairo sembrano andare in questa direzione: "Maksimovic per noi sarà come un nuovo acquisto, dopo i problemi fisici dello scorso anno". A fianco a lui, salgono le quotazioni di Ajeti, protagonista di un ottimo Europeo con l'Albania e tra i migliori in questa prima parte di ritiro. Avrà le sue chanche anche Jansson, designato già nel finale della scorsa stagione come erede di Kamil Glik, ma non è da sottovalutare l'esperienza e l'affidabilità di Emiliano Moretti, che a Torino ha trovato una vera e propria seconda giovinezza. Potrebbe partire, invece, Cesare Bovo, mai impiegato nel suo naturale ruolo di centrale difensivo da Mihajlovic, nelle prime due amichevoli stagionali.
Capitolo terzini: a destra regnano le incognite, a sinistra il tecnico serbo ha l'imbarazzo della scelta. Già, perchè sull'out di destra c'è lui, il pezzo pregiato di questo Toro, l'oggetto del desiderio di numerose big d'Europa, Bruno Peres: quella di Cairo, però, è una bottega carissima, venti milioni potrebbero non bastare. "Di certo non regaleremo", ha sentenziato il patron, anche se nessuno aveva mai avuto dubbi in merito. Dietro al brasiliano scalpita Zappacosta, tra i più pimpanti in questo pre-campionato, ma se l'ex Santos dovesse partire il Toro tornerà sul mercato: Tomovic e De Silvestri i nomi "caldi". A sinistra, come detto, grande affollamento: il posto di Molinaro è seriamente insidiato da Antonio Barreca, classe '95 che sta stupendo tutti per corsa, attenzione nelle due fasi e qualità importanti nel cross, mentre ci vorrà ancora qualche settimana per vedere all'opera Avelar, reduce da un infortunio. Sarebbe un errore, poi, dimenticare Gaston Silva, reduce da una deludente Copa America con l'Uruguay ma estremamente utile per la sua capacità di ricoprire più ruoli sia in difesa che in posizione più avanzata.
E' a centrocampo, come ha ricordato che Urbano Cairo, che il Toro va alla ricerca del colpo ad effetto. Valdifiori, come detto, è vicino, l'alternativa giovane si chiama Federico Viviani, il sogno, che probabilmente resterà tale, Milan Badelji. Qualcuno, insomma, arriverà, e questo con ogni probabilità significherà addio per Alessandro Gazzi, da tempo nel mirino del Cagliari. Destinato a vestire granata per il sesto anno consecutivo, pur con un ruolo meno centrale rispetto al passato, Giuseppe Vives. Infortunato Benassi, il "capitan Futuro" granata che tornerà solamente tra venti giorni, a Bormio è parso in gran forma Obi, frenato da ripetute noie muscolari nella scorsa stagione: che sia la stagione del riscatto per il nigeriano? In mediana torneranno sicuramente utili i polmoni e i muscoli di Acquah, mentre Baselli sembra ancora alla ricerca di sè stesso, della giusta collocazione in campo, insomma di una definitiva esplosione: la qualità non si discute, ora serve il salto di qualità, anche a livello di personalità. Con l'eventuale arrivo di Henriksen dall'Az, Mihajlovic potrebbe poi contare su un'ulteriore freccia in un centrocampo che comunque, allo stato attuale delle cose, offre già diverse soluzioni.
Anche in attacco il tecnico serbo avrà la possibilità di testare varie combinazioni, sia a livello tattico che di interpreti. L'ipotesi più accreditata, ora, è quella del tridente. Pochi dubbi (sempre per il momento) su quelli che saranno i titolari: da destra a sinistra Iago Falque, Belotti e Ljajic, con gli esterni rigorosamente a "piede invertito". Dietro di loro, però, scalpitano in tanti: Maxi Lopez, più carico che mai e vera anima del gruppo nei primi allenamenti stagionali, sembra aver smaltito i chili di troppo che tanto avevano fatto discutere lo scorso anno, Martinez, dopo un'ottima Copa America con il Venezuela, reclama spazio, così come gli altri giovani del lotto. L'argentino Boyè è risultato tra i più convincenti a Bormio, Aramu, dopo il rodaggio in B a Livorno, sta facendo di tutto per meritare la riconferma. Più defilato Vittorio Parigini, talentino classe '96 che è stato bloccato da qualche problema fisico e che sembra destinato ad un'altra stagione in prestito in serie B, anche se i tifosi granata, da sempre affezionati ai talenti "fatti in casa", ne chiedono la conferma.
Quella che Cairo e Petrachi stanno mettendo a disposizione di Mihajlovic sembra insomma un'ottima squadra: una rosa assortita, che può vantare ricambi di qualità in ogni reparto. Proprio in quest'aspetto, probabilmente, sta la crescita tanto agognata da Cairo e dal popolo granata: Mihajlovic, contrariamente a quanto accaduto in passato a Ventura avrà la possibilità di cambiare diversi moduli, di far ruotare diversi uomini, senza abbassare il livello qualitativo della squadra. Il mese di calciomercato che ancora manca e le ambizioni del serbo, poi, dovranno fare il resto.