La stagione dell'Udinese è stata davvero complicata e tutti in casa bianconera sperano di evitare un'altra annata così. Certo non sarà facile, visto che Di Natale, totem dello spogliatoio, ha detto basta con il calcio giocato e anche altri giocatori importanti potrebbero lasciare la Dacia Arena.

Gino Pozzo affronta anche questi argomenti in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Futuro di Antonio Di Natale? Ancora è presto. Ha fatto il calciatore fino a ieri e mentalmente non mi sembra che abbia appeso le scarpette al chiodo. Noi vogliamo parlarci, ma ha bisogno di un mese. Può essere utile, capisce di calcio e affari. Felipe può dare molto, ha fatto un gran campionato ed è attaccato ai nostri colori, è mezzo friulano. Thereau è un buon ragazzo. Sì, credo in loro. Danilo? Ha 32 anni, se gli arriva un’opportunità può darsi che possa partire." Parole anche dedicate ad altri giocatori di proprietà del club: "Meret? C'è anche Scuffet. Certo, ha sbagliato ad andare a Como, ma è un nostro patrimonio e ha già giocato in A. Anche Meret è un patrimonio. Non cercheremo portieri. Kuzmanovic? Se si può lo riscatteremo. Cosa serve? Un bomber, serve una squadra più competitiva. Quagliarella? Non credo sia acquistabile. Di giovani italiani in passato ne abbiamo presi: Fabbrini, Angella, Faraoni. Non c’è preclusione, c’è l’Academy per creare talenti. Ma non è semplice."

Capitolo allenatore, anche qui riflessioni in corso: "Faremo una riflessione in settimana. De Canio non è già licenziato. Solo Pioli è stato esonerato, ma Gasperini e Maran sono sotto contratto. Vedremo. È appena finito il campionato. Colantuono? Pensavamo di non salvarci, questo dicevano i numeri e il cambio è stato opportuno. Qui è un concorso di colpe, ci sono responsabilità quando le cose non funzionano e bisogna cambiare." Due parole anche su Granada e Watford: "Il Granada deve diventare come il Siviglia e noi non ce la facciamo. Esiste la possibilità di vendere ai cinesi, se ci saranno garanzie valide. Mazzarri al Watford? Ci stiamo parlando. Siamo contenti, abbiamo fidelizzato i tifosi, risistemando lo stadio. È una cosa bellissima la Premier, ma noi vogliamo a Udine l’entusiasmo che c’è lì. Ma, mi creda, è stato più facile salire e posizionarsi in Premier che fare lo stadio. Con tutta quella burocrazia."