Alla vigilia della partita più importante di stagione, in conferenza si presenta Gigi Buffon a dar man forte a Massimiliano Allegri. Il n.1 presenta la sfida di Monaco analizzando i primi 90 minuti del confronto con i bavaresi. La maggior forza del Bayern non può essere oggetto di discussione, testimonianza ne è l'interpretazione della prima ora a Torino. Le speranze bianconere passano dal finale dello Stadium, con una Juventus indiavolata, in grado di affondare la lama nelle aperture teutoniche.
Non un dramma l'eventuale dipartita dalla Coppa a livello di ottavi, conta l'approccio, conta la prestazione, serve una prova di coraggio, di carattere, aldilà del risultato conclusivo.
«I più forti sono loro, lo dice il percorso consolidato degli ultimi cinque anni. I più bravi lo vedremo domani sera. A Torino per un'ora sono stati meglio di noi, poi è cambiato qualcosa e siamo riusciti a ribaltare una situazione che sembrava disperata. In pochi ce l'avrebbero fatta ed è da quello che dobbiamo ripartire: siamo una squadra valida e abbiamo i mezzi per giocarci il passaggio del turno. Se sarei deluso da un'eliminazione? Dipende: una partita equilibrata, com'è successo all'andata, mi renderebbe orgoglioso e sarebbe comunque un segnale importante».
Nessuna mano tesa al lungo elenco di alibi e "però", Buffon sventa subito facili giustificazioni, accoglie le notizie poco liete dell'infermeria, ma sottolinea la qualità del gruppo, occasione per molti nell'incontro di domani.
Serve un lavoro d'unione, non a caso Buffon esalta la "fatica oscura" di Mandzukic, primo difensore, primo uomo a protezione dei pali.
«Spesso e volentieri le squadre considerate fortissime e favorite, si dice che abbiano 20, 24 titolari e che spesso la mentalità e l'armonia del gruppo faccia la differenza. Io credo che domani sarà il momento per dimostrarlo. Nel lungo termine si potrebbe pagare dazio, ma nel breve termine penso che si possa supplire alle assenze. Mario è un esempio di determinazione e di collaborazione nella squadra. Quando si parla dell'imbattibilità della nostra difesa e si dice che la squadra lavora tutta per difendere, beh, Mandzukic è un esempio e il nostro primo difensore».
Chiusura che tocca l'imbattibilità della retroguardia di Allegri. Buffon pone a confronto la massima serie italiana con la massima competizione europea, il salto di livello è evidente, per questo, oltre il mero dato numerico, c'è una Juve che funziona.
«In Champions è difficile non subire gol perché il livello è alto, ma il nostro reparto difensivo è davvero forte: se guardiamo i gol presi in Europa credo che la Juve ne abbia presi pochi rispetto alle altre squadre europee nell'ultimo anno».