Giampiero Ventura è uno che non parla spesso in conferenza stampa alla vigilia delle sfide di campionato del suo Torino. Alla vigilia della sfida contro il Milan di Sinisa Mihajlovic, però, l'allenatore ha voluto presentare la partita ai microfoni della stampa. Presente, ma anche futuro, visto che c'è stato spazio anche per parlare di cosa accadrà al termine di questa stagione.
Il presente, però, si chiama Milan e Ventura spera di ritrovare il suo Torino, un po' perso in queste ultime settimane, sia a livello di prestazioni che di risultati: "La tappa di domani è importante non tanto per il risultato ma per la prestazione. Dobbiamo ritrovare la spensieratezza del gioco, il coraggio di osare. Questo è un gruppo estremamente positivo: vorrei che domani ci fosse convinzione e serenità perchè nulla ci è precluso. Il risultato di San Siro deve essere la conseguenza di quello che facciamo, non l'obiettivo. Quattro anni fa il sogno era trovarsi nella parte sinistra della classifica, noi abbiamo aumentato questo obiettivo in modo da puntare a competere ogni anno con le formazioni che lottano per l'Europa. Andiamo a San Siro contro una squadra come il Milan in salute che non avrà alcun alibi dalla sua. Per questo vorrei vedere una squadra che lotta e dà tutto sul campo, sapendo che è l’avversario che ha tutto da perderci."
In questi quattro anni il Torino è cresciuto sotto tanti punti di vista, come ricorda lo stesso Ventura: "Oggi abbiamo un settore giovanile ed il Filadelfia, cose impensabili pochi anni fa. La nostra è una squadra di grande prospettiva molto ricca di giovani calciatori, serve solo tempo: i veterani devono aiutare i giovani, sono loro che riporteranno il Torino in Europa. Serve pazienza e tempo ma con tanto lavoro tutto è possibile." Anche sognare di allenare la Nazionale, con priorità, però, sempre al Torino e al contratto che ancora lo lega ai granata: "Qui ho un contratto fino al 2018. E' chiaro che qualsiasi allenatore sognerebbe di diventare CT: per me sarebbe un motivo di grande orgoglio." Chiusura su alcuni singoli della rosa del Torino: "Io spero che ragazzi come Jansson, Gaston Silva e Martinez mi mettano in difficoltà: hanno bisogno di giocare e ne abbiamo bisogno anche noi come società. Il futuro è dalla loro parte e io stesso, in un certo senso, sono in debito con loro. Presto arriverà il loro momento e quando riusciranno ad essere protagonisti non torneranno più in panchina. Il finale di campionato sarà il loro momento, potremo anche sperimentare."