Se ad agosto mi avessero detto di scrivere questo pre-partita, conoscendo i punti delle due squadre ma non a quale delle due facessero riferimento, non avrei avuto dubbi: Torino a quota 27, ad un passo dalla zona Europa, occupata in maniera stabile dalle big 5 del massimo campionato, ed Empoli a 22 punti, a guardare con affanno alla zona rossa della classifica, sempre troppo vicina e mai esorcizzabile del tutto. Quello che mai e poi mai avrei immaginato, è di trovare una situazione di classifica rovesciata: è l’undici toscano guidato da Marco Giampaolo che strizza l’occhio là in vetta alle prime della classe, mentre i granata di Ventura annaspano (quasi) in fondo al pentolone.

Ancor meno, avrei immaginato di trovarmi a commentare un Empoli coriaceo, quadrato, atletico, senza nessun elemento di spicco ma con un organico e un gioco di squadre che in Italia ce lo hanno solo la Juve e altre due-tre squadre, e un Torino asettico, senza identità, fumoso, liquido; una partita al contrario, questa che oggi pomeriggio all’Olimpico, ai piedi della Grande Mole, metterà a confronto la grande sorpresa e l’immensa delusione di una prima parte di campionato decisamente impronosticabile. Se però vogliamo provare ad appellarci un po’alla statistica, ci tornano alla memoria i precedenti: nelle ultime cinque sfide giocate in Piemonte, 3 vittorie dei padroni di casa e 2 dei toscani, che si sono imposti anche nella passata stagione, per 1 a 0.

Qui Torino

Il Torino aveva iniziato il campionato con il piglio della squadra che voleva fare sul serio. Addirittura, nelle prime giornate gravitava in zona Europa, e tra le medie della classe sembrava quella che più di tutte potesse giocare un bello scherzetto ai più accaniti bookmakers. Poi, complici gli infortuni e la perdita di fiducia, il castello di carte è caduto. Completamente frantumato al suolo. Ora, il Toro granata di Giampiero Ventura sta cercando di raccattare i cocci rotti, e di rimettere insieme una squadra che riesca, nel girone di ritorno, a salvare il salvabile. Contro l’Empoli l’allenatore torinista giocherà le sue carte migliori per provare a centrare il bersaglio grosso, e in fondo potrà fare anche affidamento su un undici titolare niente male. 3-5-2 classico in cui, tolti Maksimovic e Avelar (convocati ma non in campo dal primo minuto), rimpiazzati da Bovo e Molinaro, ci sono tutti i giocatori che tanto avevano fatto ben sperare all’inizio dei giochi. Baselli è chiamato a riprendersi la squadra sulla spalle, Quagliarella a tornare decisivo. Contro il Napoli, qualche buon segnale è arrivato: ora bisogna monetizzarlo in punti.

Qui Empoli

L’Empoli del post Sarri sembrava destinato ad un rapido ed inevitabile declino. E invece, quel Marco Giampaolo su cui nessuno ha mai speso due parole di incoraggiamento sta facendo anche meglio del suo predecessore, e gli azzurri toscani, messa già una seria ipoteca (quasi definitiva) sulla salvezza, possono sognare anche qualcosa di più grande. 4-3-1-2 quadrato e organizzatissimo, una vera e propria macchina di geometrie e bel gioco, che ha messo sull’attenti più di una grande. La scorsa settimana, il piccolo Empoli stava quasi per fare lo sgambetto ai primi della classe dell’Inter, ma alcuni episodi hanno fatto girare la partita sulla sponda nerazzurra. Giampaolo, con classe e umiltà, non si è appellato agli errori arbitrali (in molti lo avrebbero fatto!) ed ha proseguito sulla sua strada. Contro il Toro, per ripartire alla grande, il mister empolese non potrà fare affidamento su Tonelli (Barba confermato al suo posto), mentre ci sarà Saponara. Probabile Pucciarelli al fianco di Big Mac Maccarone in avanti.

Occhio a…

Per il Toro, Baselli è chiamato ad una prova di maturità: risorgere dopo un inizio scoppiettante, e un ancor più frastornante declino. Per l’Empoli, vediamo come si comporterà uno con l’esperienza di Maccarone in un campo comunque ostico che non farà sconti a nessuno.