La Juve c’è e si fa sentire, incidendo sul campionato e vincendo 2-0 sul difficile campo della Lazio. Una vittoria sofferta nella ripresa, ma meritata nel primo tempo. Massimiliano Allegri nel dopo-gara, ai microfoni di Sky Sport, trae le conclusioni dalla serata con un sorriso stampato in volto: “È un passo in avanti importante perché i ragazzi han battuto un’ottima squadra, non era semplice perché venivamo da un periodo intenso con tante energie spese, stasera la squadra ha fatto una grande partita e l’importante era portare a casa il risultato nonostante qualche errore tecnico, e martedì abbiamo un’altra partita importante ed è importante arrivare primi nel girone”.
L'allenatore riassume in tre aspetti i segreti della rinascita: “La compattezza, la voglia di lavorare tutti insieme e di non concedere. Ci sono partite in cui si ha meno possesso palla, bisogna dar la sensazione di avere solidità. Nel primo tempo abbiamo cercato di dare più pressione, nel secondo abbiamo cercato di gestire”.
Spazio per spiegazioni tattiche, ma sempre relative, perchè conta anche l'atteggiamento: “L’intenzione nostra è sempre quella di alzarsi, quando non si riesce bisogna giocare insieme anche dietro la palla senza dare spazio alle spalle. In questo la squadra è migliorata, anche perché non si possono giocare 95 minuti in pressione. A volte nel secondo tempo abbiamo affrettato e abbiam sbagliato tecnicamente. La squadra ha capito che per portare a casa le vittorie bisogna giocare tutti insieme e sacrificarsi”.
Discorso simile quello riguardo al modulo: “Il 3-5-2 è un valore perché stiamo facendo bene e ho giocatori con queste caratteristiche, ma anche con questo sistema di gioco ci sono alternative con caratteristiche diverse. Avere soluzioni diverse è importante, mutare durante la partita impedisce agli avversari di prendere le misure. Aldilà dei moduli bisogna giocare bene tecnicamente e sapersi muovere, lo stiamo facendo bene ma possiamo migliorare anche perché le affinità ci sono”.
E sull'attacco: “In questo momento le cose vanno bene con i due davanti, ma oggi Morata è entrato bene in partita, arriverà il momento in cui giocheranno gli altri, il campionato è lungo e ci sono molte partite”. Infine, sguardo in alto: “La squadra in questo momento ha ordine e una buona condizione fisica. Bisogna migliorare sulla gestione delle partite soprattutto quando ci aggrediscono. Dobbiamo guardare a noi stessi, è una corsa contro i punti e non contro il tempo. Ci sono 24 partite da qui alla fine, ci sono tanti punti a disposizione, davanti ci sono molte squadre”.
Soddisfazione tanta, ma sempre moderata per Gianluigi Buffon, che non si è sbilanciato a fine partita ai microfoni di Sky Sport: “Non abbiam mandato messaggi, abbiamo solo giocato, abbiamo vinto una gara difficile che fa sì che il nostro ruolino di marcia diventi importante, ma come dico sempre bisogna essere molto umili e sapere che oggi potremmo esser quarti, se no saremo quinti, per la storia della Juve non è un piazzamento”.
Il capitano bianconero predica calma dunque, e vuole proseguire un passo per volta: “Non è un episodio che fa sì che si crei un’unità di intenti, che si crei la formula magica (in riferimento al gol di Cuadrado nel derby, ndr). È un mattoncino che si pone giorno dopo giorno e fa sì che si diventi squadra. È la voglia di non accettare di non esser protagonisti, ci sono giocatori di grande storia e presente, in quei momenti è emerso l’amor proprio”.
Oltre all'amor proprio però è emerso il talento, la classe e l'estro di Paulo Dybala, protagonista anche questa sera con un gol segnato e un autogol propiziato. E in riferimento alle perla del 2-0 spiega: "La volevo stoppare meglio, mi si è alzata sul ginocchio e mi era rimasta bene per calciare".
La Joya sta crescendo continuamente e progressivamente, aspetto su cui insiste davanti ai microfoni: "Ho cercato sempre di non avere la pressione che si ha nella Juve, cercando sempre di fare bene, di migliorare e ascoltare le critiche, e spero di vincere il più possibile. Mi sento bene fisicamente, mi aiutano tanto a crescere qua e a continuare così, è arrivata anche la convocazione in Nazionale quindi di più non posso chiedere. Io venivo con l’idea di giocare da prima punta come a Palermo, il mister mi ha chiesto di giocare più dietro per creare, portare palla ed essere più legato a centrocampo, poi con l’aiuto di tutti e la fiducia di tutti è più facile".
E spiega anche come mai in coppia con Mandzukic il rendimento aumenta: "Per me che arrivo da dietro, è più semplice, lui col fisico che ha lavora contro i due centrali e riesce a lasciarmi la palla per prenderla e andare con le porta davanti, poi ci stiamo conoscendo di più, sto cercando di capire i movimenti per fare più assist per lui".
E infine, stuzzicato sullo scudetto e sul duello col suo connazionale del Napoli, risponde così: "Higuain? No, siamo stati poco tempo, è arrivato dopo di me. Io l’ho conosciuto lì (in nazionale, ndr), non c’era tanta confidenza per fare queste cose. È bello perché c’è la concorrenza per fare di più e per migliorarsi".